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20 Novembre 2023

Gli italiani scoprono di essere ricchi grazie a Moody’s

di Carlos Garcia

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C’è una buona notizia che molti italiani ignoravano: hanno un’elevata ricchezza. Lo sostiene Moody’s che, tra i motivi per cui ha confermato il rating dell’Italia e ha migliorato l’outlook da negativo a stabile, ha inserito anche quello: l’elevata ricchezza delle famiglie.

Sicuramente, gli analisti avranno dei buoni motivi per sostenere una tale affermazione e in tanti sarebbero grati all’agenzia se spiegasse che cosa intende per “elevata ricchezza”.

È innegabile che nel nostro Paese non manca chi sta bene e chi sta anche molto bene. Ma è altrettanto innegabile (lo ha detto recentemente l’Istat) che l’inflazione ha fatto crescere in Italia la povertà assoluta. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto di statistica, relativi al 2022, vivono in questa condizione poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021). Sono oltre 5,6 milioni di individui (+0,6% rispetto all’anno precedente).

L’incidenza della povertà assoluta – continua l‘Istat – è del 6,4% per le famiglie composte solamente da italiani, mentre per quelle in cui c’è almeno uno straniero si spara al 28,9%. Va ricordato che una famiglia è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a ciò che guadagna.

C’è, poi, chi vive in povertà relativa, la cui incidenza è del 10,9%, la stessa percentuale del 2021. Significa che per queste 2,8 milioni di famiglie, negli ultimi due anni, la fatica di arrivare alla fine del mese, quando ce la fanno, è sempre la stessa.

Riassumendo: in Italia ci sono 5,6 milioni di persone che vivono in povertà assoluta e 2,8 milioni che vivono in povertà relativa. In totale, dunque, sono più di 8 milioni gli individui in condizione di povertà più o meno acuta.

A loro bisogna aggiungere chi, pur non essendo ritenuto ufficialmente “povero”, riesce a pagare lo stretto necessario senza potersi permettere, ad esempio, di accendere un mutuo. Non a caso – fa notare la Banca d’Italia – nel secondo trimestre 2023 è stato erogato il 33,3% in meno di mutui per l’acquisto di una casa rispetto allo stesso periodo del 2022. Colpa, in parte, dell’impennata dei tassi decisa dalla Bce nell’ultimo anno. Ma probabilmente anche della paura di non farcela a pagare le rate.

Se si pensa, tornando ai dati Istat, che nel 2022 circa un quarto della popolazione è a rischio di povertà o di esclusione sociale, quasi come nel 2021, immaginare che nel nostro Paese ci sia “un’elevata ricchezza delle famiglie” risulta assai complicato.

Non è nemmeno semplice immaginare che si arrivi in tempi brevi a un’elevata ricchezza se, come ammette la presidente dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, Lilia Cavallari, “il Pil non si espande da un anno e sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo”.

Non resta, come si suol dire, che attendere tempi migliori e sperare che Moody’s smentisca i più scettici.

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