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14 Giugno 2021
Fine moratorie: In Italia passività potenziali pari all'1,6% del PIL
di E.I.
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I crediti deteriorati, in assenza delle misure di sostegno al credito messe in campo dai Paesi europei durante la pandemia, sarebbero aumentati al livello elevato del 2012 in Francia, Italia e Spagna, e avrebbero registrato un aumento anche in Germania. È questa la fotografia scattata dalla nuova ricerca di Goldman Sachs sugli NPL nelle quattro maggiori economie europee.
I ricercatori, guidati da Filippo Taddei, hanno anche analizzato la durata dei prestiti nell'ambito dei programmi di garanzia per valutare la probabile tempistica di future inadempienze e il potenziale costo fiscale nel tempo per i quattro Paesi. È emerso che, anche con ipotesi prudenti, i costi fiscali sono probabilmente gestibili, ma riscontrano variazioni sostanziali. Le passività potenziali potrebbero gravare maggiormente sulla Spagna, con un costo fino al 2,4% del PIL, seguita da Francia (1,7%) e Italia (1,6%), con costi inferiori in Germania (0,1%).
Nonostante la contrazione senza precedenti dell'economia europea, le moratorie sul debito e le garanzie di credito hanno contenuto con discreto successo i crediti deteriorati: i dati recenti indicano che gli NPL continuano a diminuire.
Per Goldman Sachs, le politiche di sostegno al credito dovrebbero comunque concludersi presto e i governi si troveranno di fronte a una scelta. Estendere troppo a lungo il sostegno al credito potrebbe comportare un azzardo morale, con prestiti a settori improduttivi e non sostenibili che potrebbero ritardare l'aggiustamento dell'economia e aumentare eccessivamente il costo della recessione; un ritiro troppo brusco dei sostegni, d’altro canto, potrebbe innescare carenze di liquidità e uno shock, facendo aumentare i fallimenti in aziende altrimenti sostenibili.
Goldman Sachs invita i governi a valutare anche i rischi legati al massiccio piano di investimenti in arrivo, grazie ai fondi europei.
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