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20 Settembre 2021

Crif: H1 2021, mutuo o prestito attivo per il 42,7% degli italiani (Report)

di red

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Ripartono le richieste di mutui e prestiti da parte delle famiglie dopo lo stallo causato dalla pandemia. È ciò che emerge dall’aggiornamento relativo al I semestre 2021 della Mappa del Credito presentato da Mister Credit.

Dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie gestito da CRIF, emerge che il 42,7% della popolazione maggiorenne risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo, facendo segnare una crescita del +3,6% rispetto ad un anno fa. D’altro canto, nella prima parte dell’anno si è assistito ad una ripresa dei consumi che ha dato impulso alla crescente richiesta ed erogazione in particolare di prestiti finalizzati.

Il progressivo allargamento della platea di consumatori che hanno scelto di far ricorso a un finanziamento per sostenere i propri progetti di spesa è favorito in questa fase da un costo del denaro ai minimi e da condizioni di offerta ancora favorevoli.

Al contempo resta elevata la sostenibilità del debito, con il tasso di default per il credito al dettaglio che si è attestato all’1,2% a marzo 2021, toccando il punto di minimo degli ultimi anni anche grazie agli interventi di sostegno al reddito e alle moratorie, che sono state attivate sul 2,6% dei contratti rateali.

A livello pro-capite, la rata media rimborsata ogni mese è risultata pari a 320 euro (-3,9% rispetto a un anno fa ma era pari a 362 euro nel 2016) mentre l’esposizione residua è pari a 32.264 euro, sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione ma in netto calo rispetto agli anni precedenti. 

Entrambi questi indicatori risultano in contrazione non solo per il calo dei tassi e per la tendenza degli italiani a privilegiare piani di rimborso più lunghi rispetto al passato, ma anche per la minore incidenza dei contratti di mutuo all’interno del portafoglio delle famiglie, che rappresentano il 21,2% sul totale dei finanziamenti attivi. A questo riguardo va sottolineato come negli ultimi anni il costo delle case si sia ridimensionato ma anche che circa 1/3 degli immobili residenziali oggetto di compravendita venga acquistato senza il sostegno di un mutuo ma attingendo ai risparmi del nucleo familiare.

Nel complesso i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi sono la forma tecnica più diffusa nel portafoglio degli italiani, con una quota pari al 50,4% del totale. Il peso di questa tipologia di finanziamenti risulta in costante crescita durante tutto il periodo di osservazione sotto la spinta dell’evoluzione degli stili di consumo delle famiglie, favorita anche da agevolazioni e condizioni di offerta appetibili.

La quota dei prestiti personali, ovvero quei finanziamenti di liquidità senza vincolo di destinazione, risulta invece pari al 28,4% del totale, in calo rispetto al passato. In questa fase ancora condizionata dall’evoluzione della pandemia, la domanda per questa tipologia di finanziamenti è stata particolarmente debole, mentre l’offerta ha adottato criteri di accettazione più selettivi rispetto al passato.

La fotografia che si ricava dall’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito mostra una situazione estremamente composita, che rispecchia fattori economici e sociali quali, ad esempio, la propensione a fare ricorso al credito per finanziare l’acquisto di un’abitazione o le proprie spese correnti, la capacità reddituale e di risparmio delle famiglie, il diverso costo degli immobili o la tendenza ad allungare la permanenza nell’abitazione di famiglia, la diversa intensità della ripresa dei consumi e del mercato immobiliare, la maggiore abitudine a rivolgersi alla cerchia familiare o amicale per pianificare gli acquisti rispetto agli istituti di credito.

Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 48% del totale, seguita dal Lazio (con il 46,5%), dalla Valle d'Aosta (con il 46,1%), dal Piemonte (con il 45,9%) e dal Friuli-Venezia Giulia (con il 45,8%). 

All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 24,5% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 33,7%) e dalla Campania (con il 36,2%).

Nel primo semestre 2021 le regioni in cui i cittadini ogni mese hanno rimborsato la rata media più elevata sono risultate essere il Trentino-Alto Adige, con 392 euro, la Lombardia (con 364 euro) e il Veneto (con 359 euro). Seguono l’Emilia-Romagna e la Toscana, rispettivamente con 347 e 336 euro. 

È al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 267 euro, in Sardegna (271 euro) e in Molise (278 euro) in virtù di una maggiore incidenza dei prestiti finalizzati, che hanno un importo più contenuto, a scapito dei mutui. 

Per quanto riguarda l’esposizione residua ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso troviamo la Lombardia in vetta al ranking nazionale, con 40.587 euro (in crescita rispetto ai 38.436 euro del 2020), che rispetto alla precedente rilevazione scavalca il Trentino-Alto Adige, dove il valore medio scende a 40.085 euro. Seguono l’Emilia Romagna, con 37.704 euro, il Veneto, 37.008 euro, e la Toscana, con 36.797 euro. 

All’estremo opposto della classifica, con 21.187 euro i cittadini della Calabria risultano avere un debito residuo pari quasi alla metà di quello dei Lombardi. Insieme alla Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise, sono le sole regioni in cui l’importo ancora da rimborsare risulta inferiore ai 25.000 euro.

Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF: “L’ultimo aggiornamento della Mappa del Credito conferma nel primo semestre dell’anno i trend già in atto nelle precedenti rilevazioni, con il progressivo ma costante ampliamento del numero di italiani che hanno scelto di ricorrere al credito bancario per finanziare l’investimento sulla casa o per sostenere i propri progetti di spesa e le esigenze familiari. Nello specifico, nella prima parte dell’anno abbiamo assistito ad una ripresa dei finanziamenti finalizzati all’acquisto di auto e moto e a quelli destinati all’acquisto di elettrodomestici ed elettronica, grazie anche all’e-commerce e ai finanziamenti relativi a prodotti informatici, di cui si sono dotate le famiglie per adeguarsi alle maggiori esigenze di digitalizzazione emerse in questo anno condizionato dalla pandemia. In crescita anche le erogazioni di mutui mentre la dinamica dei prestiti di liquidità risulta ancora debole. Questa tendenza si accompagna a una elevata sostenibilità degli oneri finanziari, con un tasso di default che si è attestato ai minimi degli ultimi anni. A questo contribuiscono il costante calo della rata media mensile, dovuto sia a un costo del denaro stabilmente prossimo ai minimi storici, sia alla tendenza delle famiglie ad adottare un atteggiamento prudente, acuitosi durante la pandemia”.

Scarica il Report.

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