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17 Novembre 2014

Agenzie immobiliari: peggiora l'emorragia del franchising

di Cristina Giua

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La torta è di quelle sempre più piccole: dagli anni del boom (che coincide a spanne con il triennio 2003-2006) quando di compravendite di case in Italia se ne chiudevano anche 800mila l'anno (di cui almeno la metà passava per l'intermediazione delle agenzie immobiliari), allo scenario di oggi dove gli acquisti di case sono circa la metà (415-420mila transazioni è la stima di Nomisma per l'intero 2014, dove la buona notizia è che il risultato sarà allineato - con anche un lieve rimbalzo in avanti - rispetto al bilancio 2013).

Con questi chiari di luna non c'è da meravigliarsi se la crisi è stata in grado di travolgere anche – e soprattutto - i marchi di agenzie che gestiscono la rete di intermediazione (vendita e affitti) in franchising.

Come ogni anno, a prendersi la briga di fare i conti sul comprato è Gerardo Paterna che a Monitorimmobiliare ha dato l'anteprima (il report completo sarà scaricabile a partire da domani mattina, 18 novembre, su www.gerardopaterna.com).


Intanto vediamo i numeri più importanti emersi dal monitoraggio: il 2014 si prepara a lasciare sul terreno 575 agenzie affiliate (-14,25% del totale franchising totalizzato a fine 2013), a conferma – si legge nel dossier - di un trend costantemente in calo, registrato a partire dal 2010. In pratica si è passati dalle 4.610 agenzie a marchio dello scorso anno alle attuali 4.035.

L'emorragia continua, anzi peggiora rispetto all'anno scorso (dove aveva segnato un -13%)
 e ha anche maggior forza rispetto a quella del comparto in generale, che a fine 2013 vedeva schierate un totale nazionale di 42.309 agenzie immobiliari, tra indipendenti (37.699) e in franchising, oggi scese a 42.041 (-0,63%).

Ma andiamo al nocciolo della questione per capire - oltre allo scenario senza appello di un mercato dimezzato nel giro di un decennio - quali sono le criticità di un format che in passato aveva raccolto molti adepti.

In prima posizione nel cahiers de doléances degli affiliati ci sono i costi fissi legati al rapporto di franchising, c'è poi la mancata efficacia dei servizi offerti, la scarsa efficienza nell'erogazione dei servizi pagati.


L'assunto dell'agente immobiliare medio che esce da un sistema di affiliazione è sintetizzato in una frase: "Il sistema mi costa troppo rispetto ai vantaggi competitivi ed economici che dovrei riscontrare nella pratica quotidiana".

Tecnocasa -Tecnorete resta il dominus del mercato italiano (con una fetta pari al 49% delle agenzie a marchio; si veda anche tabella 1). Seguono Gabetti (11,38% del totale) con le alleate di gruppo (Grimaldi e Professionecasa, a cui spettano rispettivamente il 3,16 e il 2,59% delle vetrine ad insegna). Solo Affitti è al 6,42%, Tempocasa al 5,43%, Toscano al 4,85%, Re/Max è al 4,56%.

Qualcosa tuttavia si muove sotto la crosta di apparente immobilismo di cui soffre il settore: “Nascono consorzi, associazioni e Mls (Multi listing system) a valenza locale – elenca il dossier - dove l'appartenente riscontra qualche vantaggio in più nella comunione di strumenti tecnologici e servizi complementari per la propria agenzia immobiliare. Si affrontano in modo sempre più marcato i temi legati all'utilizzo di social network professionali e del co-working, che stanno rivoluzionando il lavoro in rete e la condivisione di opportunità, riducendo costi economici e favorendo sinergie e selezione tra gli operatori”.

All'orizzonte c'è quindi la possibilità che si affermino o si rafforzino una serie di format alternativi al franchising classico, che abbiamo visto nascere e crescere negli anni del boom immobiliare. Stiamo palando - spiega Paterna - di formule che valorizzano la società di servizi, il consorzio consorzio di reti di franchising, soprattutto se si tratta di piccoli network, e di Mls territoriali, come insegnano alcune esperienze oggi in atto, una ad esempio è The link Italia che opera su Pisa e provincia, promossa da Alessandro Bianchi".

Quello che si sta affermando è  "un contenitore alternativo al franchising tradizionale – ribadisce la ricerca - dove coesistono molte anime, spesso diverse tra loro, ma che hanno come obiettivo comune di proporre un modo nuovo di fare aggregazione”. Il trend riguarda un drappello di circa 980 agenzie (molte di queste aderiscono a sistemi locali, ma fanno anche parte di reti nazionali): sarà da questo drappello di innovatori da cui ripartirà il franchising in Italia? 

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