Esce dal carcere l’imprenditore Alfredo Romeo e passa ai domiciliari. O meglio, la disposizione è stata firmata, ora si resta in attesa della disponibilità di un braccialetto elettronico che porterà a casa Romeo fino al processo del prossimo ottobre. Ma questa è un’altra storia.
Questa decisione dei magistrati non può che renderci felici. Solo due giorni fa avevamo lanciato su questa testata la denuncia: Oltre 130 giorni di detenzione preventiva.
E da qui un paio di considerazioni.
La prima riguarda il silenzio dei media sul tema, specie quelli di settore. La stampa, e in particolare quella che si occupa di settori specifici, crediamo abbia l’obbligo di prendere posizione e segnalare cosa nel sistema non funziona. Un ruolo che non può essere svolto evidentemente dai media generalisti. Altrimenti non si capisce a cosa possa servire l’esistenza delle testate, almeno formalmente, specializzate. Se solo per cantare le presunte meraviglie di qualche operatore, c’è già la pubblicità.
La seconda considerazione riguarda l’importanza di pungolare l’opinione pubblica e le istituzioni. Come nel caso di Romeo, si è visto che è possibile sensibilizzare il decisore su temi che probabilmente per un certo periodo escono dalla propria visuale.
Mi riferisco a provvedimenti normativi che, proprio in questo periodo, premiano diversi settori, ma escludono proprio l’immobiliare. Con ogni probabilità si tratta di una svista, ma se nessuno si prende la briga di segnalarla il settore resta l’eterna Cenerentola d’Italia. Visto che al momento non esiste una rappresentanza unitaria del settore, e forse non esisterà mai, alla stampa specializzata il compito di segnalare i miglioramenti da apportare. Se poi ci si aggregasse senza timori intorno a chi dimostra di essere un soggetto di seria e non imbarazzante rappresentanza sarebbe tutto più semplice.
