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Intermonte Sim: segnali di quiete dopo la tempesta?
di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist
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Spread: la dinamica dell’allargamento dello scorso venerdì fa affiorare come, dietro le tensioni emerse dopo l’annuncio del target di deficit/PIL 2019 al 2,4% (con Pil ipotizzato in crescita dell’1,6%, in base a quanto dichiarato da Tria), sembra prefigurare la possibilità che almeno per ora gli operatori stiano lasciando aperta la predisposizione per un rientro a breve delle tensioni. Due fattori in questa direzione relativi all’andamento dei mercati dello scorso venerdì:
Spread 2-10 anni Btp rimasto sopra i 200pb, segnale di assenza di pressioni forti sul comparto a breve, termometro più profondo dell’effettivo livello di tensioni
Volumi: molto elevati e ben distribuiti tra breve e lungo termine. In particolare, i volumi sul Btp future relativo a titoli con scadenza breve è risultato pari a circa il 70% di quelli sul contratto lungo. Anche questo segnale di un livello di tensioni non altissimo
Reazione di analisti e commentatori: durante il fine settimana alcuni analisti/commentatori si sono schierati verso l’ipotesi di recupero a breve dei Btp. Tra questi ad esempio figura il Wall Street Journal.
In sintesi: vi è la possibilità di un rientro delle tensioni nel corso delle prime due settimane di ottobre, ossia quelle che precedono la presentazione ufficiale alla Commissione Europea dei dettagli che verranno utilizzati per costruire il disegno di legge di bilancio che entro il 20 ottobre dovrà essere presentato al parlamento, aprendo così il cosiddetto ciclo di bilancio. Gli operatori, dopo aver prezzato il prima citato 2,4%, ora sono in attesa di verificare come evolverà il confronto con la Commissione Europea e se vi sarà qualche modifica dei dettagli della composizione dell’obiettivo di deficit, ad ora ancora non noti da un punto di vista numerico. Durante questa fase di attesa (pari cioè alle prime due settimane di ottobre) vi potrebbe essere un rientro dell’allargamento dello spread
Euro-dollaro: l’euro sta provando a posizionarsi sotto quota 1,15. L’euro è spinto al ribasso da un lato dalle rinnovate tensioni sullo spread, e dall’altro anche dal fatto che questa settimana sono chiusi i mercati cinesi. Nelle ultime giornate infatti le autorità cinesi hanno provato a contenere il deprezzamento dello yuan, risultando pertanto verosimilmente nette venditrici di dollari. L’assenza di questo flusso di vendita di dollari dal lato cinese, in settimana potrebbe spingere l’euro in area 1,15.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Student Housing: accordo per 800 nuovi
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