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3 Dicembre 2018

Sansedoni rischia libri in Tribunale senza nuovo piano con le banche

di G.I.

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Sansedoni Siena, società immobiliare partecipata dalla Fondazione Monte dei Paschi, da Banca Mps e dalla cooperativa emiliana Unieco, rischia di portare i libri in tribunale se non ci sarà, in tempi rapidi, una nuova ristrutturazione del debito di circa 200 milioni con le banche creditrici. Il Monte dei Paschi oltre che azionista con il 22% del capitale, è il maggiore creditore della società immobiliare, da anni in difficoltà.

Secondo indiscrezioni dell'agenzia Radiocor la quota di crediti della Banca di Rocca Salimbeni è pari a circa 100 milioni. Gli altri creditori per importanza sono Banco Bpm e Ubi. Sansedoni ha in portafoglio proprietà immobiliari commerciali a Roma ereditate dal gruppo Toti, nell'azionariato fino al 2010 quando uscì per divergenze con gli altri azionisti sulla missione della società immobiliare. Le posizioni tra le banche creditrici di Sansedoni al momento non sono allineate sul da farsi. Tutti guardano alle mosse del Monte dei Paschi.

Tra i creditori c'è chi ha un quadro chiaro della situazione: senza accordo per la ristrutturazione del debito, una richiesta di concordato da parte di Sansedoni appare senza alternative con conseguente ulteriore perdita sui crediti. Nel bilancio 2016 Sansedoni segnalava debiti verso banche per 201 milioni, di cui 190 milioni esigibili oltre l'esercizio successivo. Il risultato consolidato era stato positivo per 4,6 milioni ma con perdite portate a nuovo per 47,2 milioni. L'assemblea dei soci Sansedoni, venerdì scorso, ha approvato il bilancio chiuso in rosso e nell'ordine del giorno dell'assise straordinaria c'erano anche i provvedimenti da assumere ai sensi del 2447 del codice civile (riduzione del capitale per perdite e successiva ricapitalizzazione).

La società si riserva di comunicare nei prossimi giorni le decisioni assunte la settimana scorsa dai soci. La Fondazione Mps ha il 67% del capitale ma è difficile immaginare che sia pronta a sostenere un'ingente ricapitalizzazione.

Intanto, dal cda Sansedoni formato da sei membri e guidato dal presidente Fabrizio Di Lazzaro, si sono dimessi lo stesso giorno, a settembre, i consiglieri Emanuele Scarnati e Glenda Lenci con due lettere di dimissioni fotocopia che motivavano la decisione con ragioni professionali e personali.

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