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Porta Nuova: il buco della discordia tra Hines e Unipol
di F.L.
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Lite tra Hines e Unipol a causa di un “buco”, nel vero senso della parola, nel cantiere di Porta Nuova a Milano. Su 3300 metri quadri, infatti, né l’una né l’altra società sta lavorando a causa degli intoppi di una trattativa che dura ormai da sette anni.
Secondo la ricostruzione fatta da MF, inizialmente l’area era destinata ad un uso ricettivo-alberghiero di alta gamma, da inaugurare entro 30 mesi. In base ad un accordo tra Ligresti e Catella, l’hotel andava realizzato a spese dell’allora FonSai, che avrebbe poi potuto vendere a Hines, la quale conservava sull’immobile un diritto di prelazione.
Alle soglie del fallimento, FonSai non completò il progetto; per accelerare i lavori, il Comune di Milano diede quindi il permesso di edificare uffici e residenze sull’area inizialmente a solo uso alberghiero.
Ma nemmeno questo progetto funzionò a causa dei rimpasti societari di FonSai.
Ora però, fallita FonSai, Manfredi Catella, che lavora a spron battuto sul progetto tanto da averlo recentemente rifinanziato, chiede ragione a Unipol di quell’accordo lontano rimasto disatteso e di quel buco che rovina l’intero progetto di Porta Nuova. Tanto più che nel 2013 un nuovo accordo per creare una compagnia, partecipata da entrambe le società, che si occupasse delle costruzioni nell’area incriminata, è nuovamente saltato.
Donde la decisione di Hines di adire le vie legali contro Unipol: un capitolo giudiziario che si aggiunge alla storia di Expo 2015.
Secondo la ricostruzione fatta da MF, inizialmente l’area era destinata ad un uso ricettivo-alberghiero di alta gamma, da inaugurare entro 30 mesi. In base ad un accordo tra Ligresti e Catella, l’hotel andava realizzato a spese dell’allora FonSai, che avrebbe poi potuto vendere a Hines, la quale conservava sull’immobile un diritto di prelazione.
Alle soglie del fallimento, FonSai non completò il progetto; per accelerare i lavori, il Comune di Milano diede quindi il permesso di edificare uffici e residenze sull’area inizialmente a solo uso alberghiero.
Ma nemmeno questo progetto funzionò a causa dei rimpasti societari di FonSai.
Ora però, fallita FonSai, Manfredi Catella, che lavora a spron battuto sul progetto tanto da averlo recentemente rifinanziato, chiede ragione a Unipol di quell’accordo lontano rimasto disatteso e di quel buco che rovina l’intero progetto di Porta Nuova. Tanto più che nel 2013 un nuovo accordo per creare una compagnia, partecipata da entrambe le società, che si occupasse delle costruzioni nell’area incriminata, è nuovamente saltato.
Donde la decisione di Hines di adire le vie legali contro Unipol: un capitolo giudiziario che si aggiunge alla storia di Expo 2015.
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