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22 Marzo 2021

Bankitalia: Moratoria sui mutui, 500.000 famiglie in difficoltà (Report)

di red

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L’ambito di operatività delle moratorie sui mutui è stato ampliato per fornire un sostegno

alle famiglie indebitate colpite dalla crisi da Covid-19. Le richieste di sospensione delle

rate, elevate soprattutto nei primi mesi della pandemia, sarebbero riconducibili

prevalentemente a individui che dichiarano di aver subito un forte calo del reddito

familiare, che risiedono nel Nord-Ovest o che operano nell’industria, nei servizi o nei

settori del commercio e della ristorazione. Si stima che alla fine del 2020 e del 2021 la

quota di famiglie finanziariamente vulnerabili sia pari a circa l’1,9 per cento del totale

(mezzo milione di nuclei), con una quota del debito intorno al 10 per cento. In assenza

delle moratorie la quota delle famiglie finanziariamente vulnerabili sarebbe stata del 2

per cento nel 2020.

La crisi originata dalla diffusione del Covid-19 ha colpito duramente l’economia italiana. Per fornire un sostegno alle famiglie indebitate, il Governo ha ampliato dallo scorso marzo l’ambito di operatività del Fondo di solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa (cosiddetto fondo Gasparrini), che prevede la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento delle rate del debito fino a 18 mesi al verificarsi di condizioni di temporanea difficoltà. In particolare, la platea di soggetti che possono accedere ai benefici del Fondo è stata estesa ai lavoratori dipendenti che abbiano subito una sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per un periodo di almeno 30 giorni lavorativi consecutivi (Cassa integrazione) e, fino a dicembre 2020, ai lavoratori autonomi che abbiano registrato in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 un calo del proprio fatturato superiore al 33 per cento rispetto all’ultimo trimestre del 2019. Inoltre, l’associazione bancaria italiana (ABI) e le associazioni dei consumatori hanno raggiunto a fine aprile un accordo per la sospensione fino a 12 mesi delle rate dei mutui diversi da quelli ammessi ai benefici previsti dal Fondo Gasparrini.

Le famiglie indebitate hanno fatto ampio ricorso alle moratorie, soprattutto nei primi mesi della crisi generata dalla pandemia. Secondo nostre stime, alla fine del 2020, circa 350.000 famiglie avevano aderito alla moratoria, l’1,5 per cento del totale e il 12 per cento di quelle indebitate. In linea con le condizioni di accesso alla misura, le richieste di sospensione delle rate sono riconducibili prevalentemente a individui che dichiarano di aver subito un calo del reddito familiare superiore al 25 per cento rispetto al periodo precedente la crisi, che operano nell’industria, nei servizi, nei settori del commercio e della ristorazione o che risiedono nel Nord-Ovest. Per circa il 20 per cento del debito sospeso il periodo di moratoria sarebbe scaduto nel 2020, per oltre il 60 scadrebbe al più tardi entro la prossima primavera e per la parte rimanente entro la fine del 2021.

In base alle previsioni macroeconomiche di dicembre 2020, nello scenario di base la percentuale di famiglie finanziariamente vulnerabili – ovvero con un reddito inferiore al valore mediano della popolazione e un servizio del debito superiore al 30 per cento del reddito disponibile – sarebbe pari a circa il 2 per cento del totale (circa mezzo milione di nuclei familiari) con una quota del debito (cosiddetto debito a rischio) intorno al 10 per cento alla fine del 2020 e del 2021. L’adesione alle moratorie è stata sostanzialmente proporzionale alla distribuzione delle famiglie indebitate in base al reddito familiare: nel 2020 oltre due terzi delle famiglie beneficiarie della misura avrebbero un reddito superiore alla mediana, una quota analoga a quella del totale dei nuclei familiari indebitati in questa classe di reddito. Questa valutazione è qualitativamente confermata dai risultati di vari esercizi di robustezza in cui si sono modificate le ipotesi sottostanti il modello. Tra i beneficiari con reddito sotto la mediana, poco meno della metà sarebbe uscito temporaneamente da una condizione di vulnerabilità finanziaria; i rimanenti non sarebbero stati classificati come finanziariamente vulnerabili a prescindere dal ricorso alla moratoria o resterebbero in condizione di vulnerabilità finanziaria a causa della durata limitata della sospensione dei pagamenti (6 mesi).

In assenza delle moratorie, nello scenario di base, sia la quota di famiglie finanziariamente vulnerabili sia la quota del loro debito sarebbe stata più elevata di oltre un decimo nel 2020, un po’ meno nel 2021. In presenza di un’estensione della durata delle moratorie di dodici mesi rispetto alla scadenza originaria, nel 2021 la quota di famiglie finanziariamente vulnerabili e il loro peso sul debito si ridurrebbero. Questa estensione risponde all’ipotesi di un rinnovo dell’adesione alle moratorie da parte delle famiglie in difficoltà e tiene conto anche degli effetti della legge di conversione del decreto Ristori (Gazzetta ufficiale del 24 dicembre 2020), che proroga al 9 aprile 2022 il termine per avvalersi dei benefici del Fondo Gasparrini per i mutui in ammortamento da meno di un anno, e della recente iniziativa dell’ABI (novembre 2020), che estende la data per la concessione della moratoria da parte delle banche al 31 marzo 2021.

Al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari che hanno beneficiato della misura potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento delle rate, poiché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale. È pertanto cruciale definire il termine delle moratorie e distribuirne gli effetti nel tempo. Le autorità devono infatti far fronte a un complicato trade-off in un contesto economico debole e con elevata incertezza.

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