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28 Maggio 2025

Allarme per i mutui: Bce, il tasso medio crescerà almeno fino a 2030 nonostante i tagli al costo del denaro

di red

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Nonostante i recenti tagli del costo del denaro, il tasso d'interesse medio sui mutui è destinato ad aumentare ulteriormente. È quanto emerge da uno studio pubblicato sul blog della banca centrale europea secondo cui questo è dovuto agli effetti ritardati dell'ultimo ciclo di rialzi. Secondo lo studio l'impatto negativo sui consumi potrebbe durare almeno fino al 2030. I contratti di mutuo - rileva lo studio - spesso prevedono tassi d'interesse fissi per lunghi periodi se non per l'intera durata del contratto. Ciò implica che il tasso medio pagato dalle famiglie si adegua solo gradualmente ai cambiamenti dei tassi di politica monetaria. In periodi di variazioni rapide della politica monetaria, questo può portare a situazioni paradossali.

"Ad esempio, nonostante i recenti tagli dei tassi da parte volti a stimolare l'economia, si prevede che i tassi d'interesse sui mutui in essere aumenteranno ulteriormente, a causa del ritardo nella trasmissione degli effetti, con un conseguente impatto negativo sui consumi. La trasmissione della politica monetaria attraverso i pagamenti degli interessi sui mutui dipende in modo critico dal contesto dei tassi d'interesse all'inizio del ciclo e dalla distribuzione dei tipi di mutuo presenti nel mercato".

"Ciò che conta in particolare è la quota di mutui a tasso variabile e di mutui a tasso fisso con diverse durate. Questi tipi di mutui sono distribuiti in modo eterogeneo nell'area euro, sia a livello geografico che tra le diverse tipologie di famiglie. Questa eterogeneità, combinata con il fatto che le attuali aspettative di mercato suggeriscono che l'area euro non tornerà al contesto di bassa inflazione e bassi tassi d'interesse che ha prevalso fino al 2021, implica che i tassi d'interesse sull'insieme dei mutui continueranno a salire. Ciò avrà una serie di effetti sulla spesa per consumi privati, con impatti diversi tra paesi e gruppi di famiglie".

Secondo i dati Bce, a livello europeo solo un quarto dei mutui sono a tasso variabile mentre il resto è a tasso fisso.

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