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29 Maggio 2020

C&W: Il futuro degli uffici (Report)

di red

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Quale futuro per gli uffici nel post Coronavirus?

Cushman & Wakefield ha analizzato i dati raccolti su un campione di oltre 40.000 professionisti  sull’esperienza di lavoro da casa durante la pandemia da COVID-19, fornendo così un quadro di come i dipendenti abbiano affrontato la situazione e di quale sarà la nuova normalità una volta tornati in ufficio.

I partecipanti alla ricerca rappresentano 30 società attive in 20 settori. I risultati dell’indagine dimostrano che, durante la pandemia, la produttività è rimasta generalmente elevata e la collaborazione tra team ha raggiunto livelli mai toccati prima grazie ad un uso migliore e più intenso della tecnologia. I tre quarti del campione di intervistati è molto d’accordo sull’efficacia della collaborazione con i colleghi nel panorama attuale  – in crescita del 10% rispetto ai dati pre-COVID-19 – e il 73% auspica che la propria società adotti politiche sul lavoro flessibile permanenti o di lungo periodo.  “È di fondamentale importanza riconoscere che il luogo di lavoro non sarà più identificato in modo univoco, ma sarà un ecosistema di differenti luoghi ed esperienze a supporto della flessibilità, della funzionalità e del benessere dei dipendenti,” afferma Brett White, Executive Chairman & CEO di Cushman & Wakefield. “Detto ciò,” prosegue White, “non ci aspettiamo un impatto significativo sulle attuali superfici degli uffici. Le modalità di lavoro flessibile porteranno ad un numero minore di persone per ufficio, ma gli spazi così guadagnati saranno controbilanciati dalla necessità di maggiore distanza fisica tra i dipendenti”. Joachim Sandberg, Head of Italy and Southern Europe Region di Cushman & Wakefield, aggiunge che “ la flessibilità e la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo erano tratti già evidenti prima della pandemia da Covid19: semplicemente hanno subito un’accelerazione durante il periodo di lockdown. Anche successivamente al graduale allentamento, e allo sperato venire meno delle restrizioni, continueranno a essere driver importanti per le aziende in cerca di spazi ufficio. La priorità rimane e rimarrà comunque, ora e in futuro, la necessità di garantire la salute e la sicurezza dei dipendenti”. Il lavoro da remoto rimarrà una prassi diffusa anche nel futuro, ma i risultati dell’indagine mostrano impatti negativi sull’interazione umana e i legami sociali, con riflessi sulla cultura aziendale e sull’apprendimento. Infatti, poco più della metà degli intervistati si sente legato a livello personale con i propri colleghi nel nuovo ambiente di lavoro casalingo.  “L’essere umano ha una vocazione sociale. Ci sarà sempre bisogno di incontrarsi, parlarsi, comunicare anche con il corpo. Ecco perché continueremo a progettare luoghi in cui ciò possa avvenire, inclusi gli uffici del futuro, che risponderanno a queste esigenze sempre vive”, afferma Lamberto Agostini, Head of Project & Development Services Italy e EMEA PDS Chair di Cushman & Wakefield.

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