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13 Gennaio 2016

Porta Vittoria: causa al Banco Popolare per oltre 500 mln

di Enrico Casadei

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Prosegue la guerra tra Porta Vittoria e Banco Popolare. Il campo di battaglia è ancora una volta l’aula di un tribunale. La società immobiliare di Danilo Coppola ha portato davanti ai giudici la banca veneta perché, in base alle ricostruzioni dei propri legali, avrebbe causato danni per oltre 500 milioni di euro sia alla società sia ai suoi azionisti che nei prossimi giorni chiederanno a loro volta un risarcimento da oltre mezzo miliardo.

In dettaglio, secondo quanto ricostruito da Porta Vittoria, il Banco avrebbe sottratto dal 2009 sia alla società sia ai soci “oltre 700 milioni di euro di patrimonio attraverso operazioni finanziarie e raggiri”. Inoltre l’istituto di Verona sarebbe stato “il regista dell’acquisto di Ipi Spa finanziando la famiglia Segre dietro preciso accordo con i vecchi azionisti di Ipi Spa che sarebbero, dopo qualche anno, dovuti divenire di nuovo proprietari della stessa. Nel patrimonio immobiliare di Ipi Spa, vi erano almeno 350 milioni di euro di immobili privi di ipoteca”, ma Banco Popolare, "dimenticando tale accordo, da quel momento in poi ha prosciugato il patrimonio" della società e dei suoi soci.

In caso di fusione tra il Banco e Banca Popolare di Milano, soluzione in questi giorni ipotizzata da diversi organi di stampa, l'istituto guidato da Giuseppe Castagna si ritroverebbe negli asset gli effetti della causa milionaria. 

Immediata la risposta della banca guidata da Pier Francesco Saviotti, che vede l’iniziativa come “priva di qualsiasi fondamento giuridico ed ispirata ad evidenti finalità intimidatorie. Come le precedenti essa rafforza, al contrario, la serena determinazione della banca nel far valere ogni diritto derivante dalle plurime e gravi inadempienze della controparte, allo scopo di tutelare al meglio gli interessi dei propri azionisti”.

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