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23 Settembre 2015

Per S&P Italia fuori dalla recessione. Troppo poco per sbloccare l'immobiliare

di Cristina Giua

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La ripartenza c'è: fragile e timida quando si vuole, ma il peggio è alle spalle.


 

Lo dice un report dedicato allo stato di salute del Bel Paese, diffuso questa mattina da Standard&Poor's, l'agenzia di rating americana che negli ultimi anni non è stata per niente tenera con noi e che ora invece certifica una situazione di miglioramento.


 

"Dopo tre anni e mezzo di crisi finalmente l'economia italiana – si legge nel dossier - si sta muovendo, dando segni di vita nel primo trimestre di quest'anno e ponendo fine a una recessione lunga tre anni e mezzo, durante la quale il Pil si è ridotto del 5,4%".


 


 

"Il Pil  quest'anno è invece salito dello 0,4% del primo trimestre - ricostruisce l'agenzia - confermato poi da un +0,3% del secondo trimestre".


 

“A luglio la fiducia delle Pmi - scrive ancora l'agenzia – è cresciuto al suo livello più alto degli ultimi cinque anni, mentre la fiducia dei consumatori è al livello più alto dal 2008".


 

Nonostante questi segnali, però, "la svolta in Italia è stata più debole che negli altri Paesi vicini dell'Eurozona - spiega Jean-Michel Six, capo economista Standard Poor's per l'area Emea (Europa, Medio Oriente Africa) - .


 

Resta molta strada da fare per portare il Pil a crescere più dell'1,5%".


 

Nella prima metà dell'anno l'Eurozona è infatti cresciuta dell'1,2%, raggiunto anche grazie ad un sensibile calo del costo dell'energia che ha fatto ripartire il potere d'acquisto e i consumi delle famiglie.


 

"Ma nonostante i consumatori italiani abbiano ricevuto gli stessi benefici sulla bolletta energetica – spiega ancora l'analista - la crescita delle spese è rimasta inferiore alle altre maggiori economie, Spagna in particolare".


 

Un “avanti-piano” che ha fatto salire il clima di fiducia, certo, ma che in concreto non fa ripartire i consumi interni e che non sta dando la spinta giusta sul mercato immobiliare.


 

 Non tanto su quello delle grandi operazioni, dove gli investitori stranieri si stanno muovendo bene e sono anzi sempre più attivi, quando su quello di un mercato residenziale fermo e bloccato al palo, fatto da centinaia di famiglie che cercano casa e non hanno liquidità necessaria per l'acquisto, nè riescono ad accedere ad una quota di mutuo.

Insomma sul vero termometro dell'economia italiana la febbre del mattone è e resta bassa.

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