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30 Marzo 2024

Aspesi: Se la produzione di nuove case a Milano non riprende, prezzi e canoni aumenteranno ancora

di red

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“Lo sviluppo immobiliare privato ha un ruolo insostituibile per mitigare l’emergenza abitativa e affrontare il problema della rigenerazione urbana in una città come Milano che, a fronte di soli 183 chilometri quadrati di territorio comunale, presenta oltre 200 aree ancora degradate e dismesse”. 

Questa la posizione emersa dall’adunanza organizzata da ASPESI Unione Immobiliare – l’Associazione milanese delle società di sviluppo e promozione immobiliare – dellle società immobiliari – associate e non associate ad ASPESI –  che realizzano operazioni di investimento e trasformazione immobiliare a Milano, per esaminare la gravissima situazione in cui versa il comparto a seguito dei recenti provvedimenti giudiziari e delle conseguenti misure assunte dalla Giunta e dalla struttura dirigenziale del Comune di Milano.

È stato unanimemente condiviso che il perdurare del blocco delle operazioni immobiliari di recupero comprometterebbe la rigenerazione urbana, impedirebbe il risparmio nel consumo di suolo, determinerebbe un ulteriore rialzo dei prezzi e dei canoni delle case, in una parola il futuro stesso di Milano.

All’iniziativa organizzata nella Canonica della Basilica di Sant’Ambrogio, hanno aderito più di 50 società immobiliari, grandi, medie, piccole, milanesi, nazionali ed internazionali, tutte estremamente preoccupate per gli ultimi accadimenti, che si inseriscono in una situazione milanese già bloccata nel settore immobiliare dall’esplosione dei costi realizzativi e dalla forte crescita dei tassi di interesse.

L’assemblea ha dato mandato all’Associazione di costituire un comitato ristretto di rappresentanti delle società immobiliari aderenti all’iniziativa per concordare e avviare le opportune iniziative di studio e di comunicazione volte a presentare correttamente e in forma documentata all’opinione pubblica -e quindi alle Istituzioni- la realtà del problema e le sue possibili soluzioni, fuori dalle deformazioni caricaturali correnti nell’attuale dibattito.

Nella foto il presidente Aspesi Filippo Oriana

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