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26 Aprile 2018

Multi getta la spugna: Addio al recupero dell'area dismessa di Como

di Maurizio Cannone

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A parole molti operatori chiedono di utilizzare le ex aree industriali delle città per aprire strutture commerciali, ma nei fatti le cose sono molto diverse.

Oggi il comune di Como fa sapere di aver accettato la proposta di transazione avanzata dal gruppo olandese Multi (centri commerciali) per uscire da una vicenda che ha bloccato il recupero dell’ex area Ticosa da oltre 10 anni. Multi si sfila definivamente dal progetto, per il quale nel 2006 si era impegnata a riqualificare l’area della ex tintostamperia, un’operazione che si era poi arenata definitivamente nel 2010.

“Alla luce della proposta transattiva avanzata da Multi a inizio 2018 e dei pareri ottenuti dai legali – commentano da Palazzo Cernezi – la giunta ha espresso parere favorevole ad avviare il procedimento finalizzato all’accoglimento della proposta di transazione che dovrà passare all’esame e all’approvazione del consiglio comunale”. I contenuti dell’accordo transattivo raggiunto tra Comune e Multi non sono stati per ora resi noti.

Vincendo la gara bandita da Palazzo Cernezzi nel 2006, Multi Development era entrata in possesso dell’area Ticosa impegnandosi a versare alle casse del Comune 15 milioni di euro e a riqualificare l’intero compendio con un progetto di ampio respiro che, come detto, si era poi bloccato nel 2010 quando la stessa Multi aveva comunicato la decisione di rescindere il contratto preliminare stipulato con Palazzo Cernezzi accusando l’amministrazione cittadina di “grave ritardo nell’adempimento degli obblighi previsti” e dando vita a un lungo contenzioso che si è trascinato fino a oggi.

Resta ora da capire quale sarà il destino del compendio della ex Ticosa. Una spianata da 42.000 mq  strategica per il futuro della città, ma sostanzialmente ferma al 1982, anno in cui il consiglio comunale approvò la delibera per l’acquisizione dell’area di via Grandi con l’accensione di un mutuo Ina di 7,235 miliardi di lire, pari a circa 13 milioni di euro attuali. Da allora, le uniche novità sono state la demolizione dei ruderi della Ticosa, iniziata nel gennaio del 2007, e l’avvio di una lunga e onerosa opera di bonifica del terreno dai veleni accumulati negli anni di attività della tintostamperia (1872-1980). Una bonifica cominciata nel 2012, non ancora conclusa, costata finora al comune 6 milioni di euro.

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