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Luca Dondi, Nomisma: La sesta C
di Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma
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Primavera tempo di nomine. Avviata a conclusione la tornata dei rinnovi delle società pubbliche più blasonate, ceduto alla Patria parte del nostro oro (congratulazioni a Silvia Rovere), tocca ora alla principale Associazione del settore immobiliare.
La contesa che si profila induce ad una riflessione sulla natura di un’organizzazione che negli ultimi anni ha molto puntato sull’ampliamento della base associativa, ma che non è altrettanto riuscita a fare in termini di effettiva integrazione.
L’impressione è che ci si sia molto occupati di rappresentare verso l’esterno le diverse istanze che provenivano dal comparto, senza troppo preoccuparsi degli equilibri interni tra le differenti componenti. È come se il passaggio da Assogesti ad Assoimmobiliare, a distanza di oltre 20 anni, non si fosse ancora pienamente realizzato, nonostante il saldo ampiamente positivo tra ingressi e uscite parrebbe testimoniare il contrario.
Sono molte oggi le anime che trovano dimora all’interno della compagine associativa, ma il peso di talune continua ad essere nel complesso marginale. Non si tratta solo di un problema di rappresentanza di una parte del settore, ma di armonizzazione delle esigenze di un sistema che deve avere la capacità di autoregolamentarsi prima di reclamare attenzione da stakeholder e istituzioni.
Verrebbe da chiedere ai manager delle società di servizi (property e valutazioni per citarne due) quanto ancora si possa andare avanti senza che qualcuno alzi la voce per fare presente che il livello di compressione dei compensi rende di fatto impossibile l’erogazione delle prestazioni.
Verrebbe da chiedere alle Autorità di vigilanza cosa aspettino ad approfondire il funzionamento di un mercato in cui operano soggetti che, alla lunga, possono vivere solo dopo aver cannibalizzato tutti gli altri.
Verrebbe, infine, da domandare agli estensori dei tanti codici di condotta professionale se l’adesione non debba prevedere mai, in nessun caso, controlli e sanzioni.
Anche di questo si dovrebbe far carico un’Associazione realmente plurale, facendosi promotrice di una visione di settore che non ammetta che “gare” per la valutazione di una ventina di asset, ubicati su tutto il territorio nazionale, di dimensione consistente (superiore a 150 mila mq), vengano aggiudicate per meno di 7 mila euro!
Siamo certi sia tutto regolare e che nessun ispettore potrà eccepire sulle procedure adottate, la competizione è stata salvaguardata, è solo la credibilità di quelle valutazioni che risulterà necessariamente modesta e, con essa, la serietà di un sistema che non fa nulla per combattere opportunismi tossici.
Ecco che alle 5 C (crescere, conoscere, cultura, connettere, combattere) citate da Mario Breglia nel suo programma, suggerirei di aggiungerne una sesta: concretezza. Per non rischiare che il volare troppo alto bruci le ali, occorre uno sforzo di pragmatismo per sistemare le troppe storture che caratterizzano le dinamiche interne al settore. La via della credibilità passa anche da qui.
Si parla di:
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Student Housing: accordo per 800 nuovi
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