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4 Agosto 2015

La riforma sulla concorrenza spaventa la filiera dell'immobiliare

di Cristina Giua

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Sono settimane – anzi ormai mesi – che prosegue il braccio di ferro nelle Commissioni alla Camera dove si discute su cosa deve entrare e cosa non deve entrare nel testo del disegno legge (ddl) destinato a riformare concorrenza e mercato in una Paese largamente allergico sia all'uno che all'altra.

Per una volta anche la filiera del real estate è tirata in causa ed è anzi protagonista di un certo peso e su più fronti.

Prima in ordine di tempo - anche se poco rilevante in termini di effetti sul settore - è  la segnalazione del cambio in corsa sull'articolato legato alla compravendita di immobili.

La modifica in questione - proposta dai relatori di maggioranza Silvia Fregolent  ed Andrea Martella e approvata alla Camera - riguarda il deposito del prezzo dell'immobile transato presso il notaio, che diventa volontaria e non più obbligatoria.

“Grazie alle modifiche della disciplina e alla riformulazione delle misure per favorire la concorrenza e la trasparenza del notaio - fanno sapere gli agenti immobiliari Fiaip - si conferisce la possibilità alle parti contraenti di scegliere in autonomia”.

Decisamente più corposa, sempre in termini di impatto sul mercato, la retromarcia di venerdì scorso, che ha visto spuntarla i notai sugli atti di compravendita di immobili non residenziali di valore inferiore a 100mila euro: è saltato in toto infatti l’emendamento che apriva anche agli avvocati la possibilità di redigere e autenticare gli atti di compravendita per questo segmento di piccoli immobili.

Al suo posto entra una norma meno impattante, dove si stabilisce che il registro delle successioni sarà tenuto dai notai e non dai tribunali.

Ancora da chiudere invece la vera partita in gioco per la sopravvivenza settore, ovvero l'ingresso degli istituti di credito nell’intermediazione di immobili, mediante la costituzione di società ad hoc create in concorrenza con le agenzie immobiliari.

La linea del conflitto di interesse è sostenuta dalle associazioni di categoria degli agenti immobiliari, come Fiaip e Fimaa.

L’emendamento che prevedeva l'esclusione della partecipazione delle banche all'attività di intermediazione, presentato dall’Onorevole Catia Polidori, è stato respinto dal Ddl concorrenza, ma la partita è non è ancora in ferie in un testo di legge su cui non si vede la parola fine.

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