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7 Marzo 2016

La Bri tuona, in arrivo una tempesta sui mercati

di e.c.

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"Quelli che vediamo potrebbero non essere fulmini isolati, ma i segnali di una tempesta vicina, che si sta preparando da molto tempo". È questo il monito del capo del dipartimento monetario Bri, Claudio Borio, in occasione della presentazione del Rapporto trimestrale della Banca dei Regolamenti Internazionali, l'istituto che regola i rapporti tra le banche centrali dei diversi Paesi. L’Istituto di Basilea ha reso note le proprie considerazioni sull’economia globali con pochi giorni di anticipo sulla seduta di giovedì della Bce nella quale la banca centrale farà il punto sulle misure di stimolo e sostegno e durante la quale potrebbe essere deciso un taglio dei tassi di interesse sui depositi. Poi toccherà a Fed e Banca del Giappone.

Per Borio siamo di fronte a tre vere e proprie mine vaganti: calo della produttività, aumento del debito e riduzione dei margini di manovra delle banche centrali. “A fronte di un calo prolungato della crescita della produttività, aggravato dalla crisi, i livelli globali di indebitamento hanno continuato a salire e i margini di intervento delle politiche sono diventati sempre più stretti: un insieme di fattori che potremmo definire le tre mine vaganti”.

Gli istituti di politica monetaria devono iniziare a tenerne conto. “Malgrado condizioni monetarie eccezionalmente espansive – ha sottolineato Borio – la crescita nelle giurisdizioni più importanti è stata deludente e l'inflazione è rimasta bassa. Gli operatori di mercato ne hanno preso atto e la loro fiducia nei poteri curativi delle banche centrali, probabilmente per la prima volta, vacilla. Anche i policymaker farebbero bene a prenderne atto. A fronte di un calo prolungato della crescita della produttività, aggravato dalla crisi, i livelli globali di indebitamento hanno continuato a salire e i margini di intervento delle politiche sono diventati sempre più stretti".

La causa ultima è la crescita del debito, ma il fattore scatenante è stato la Cina. Infatti, ha spiegato il numero uno del dipartimento monetario della Bri, “il debito è stato uno dei fattori scatenanti della crisi finanziaria e da allora è ulteriormente aumentato in rapporto al PIL, a livello globale. Nelle economie avanzate al centro della crisi, si è avuta una certa riduzione della leva finanziaria nel settore privato, ma il debito del settore pubblico è cresciuto costantemente. Il brusco aumento del debito del settore privato in altri paesi, soprattutto in una serie di economie emergenti (EME) tra cui quelle più grandi, il motore principale della crescita post-crisi, ha tuttavia rappresentato lo sviluppo più allarmante. Un altro nodo per la Bri è quello dei tassi negativi, che sembrano aver funzionato nei paesi che li hanno introdotti ma l'istituto rileva come vi "sia una grande incertezza sul comportamento di privati e istituzioni se i tassi dovessero ulteriormente scendere in territorio negativo o se dovessero restare negativi a lungo".

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