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1 Luglio 2016

Ecco perché l'immobiliare non sbarca in Borsa (e Brexit non c'entra nulla)

di Maurizio Cannone

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Essere quotati in Borsa è senza dubbio il primo passo per entrare nel radar degli investitori. Trasparenza, comunicazione, procedure standard sono indispensabili per accedere a un mercato che, giustamente, deve essere selettivo.

Ci si chiede allora perché l’immobiliare non sbarchi in Borsa.

Negli ultimi anni solo Coima Res lo ha fatto e di recente. Poco, troppo poco, irrilevante per rilanciare il settore. Perchè questa mancanza quasi assoluta del settore immobiliare a Piazza Affari? Perchè costa tanto, troppo,  specie per aziende di piccole dimensioni.

Nel caso di Coima Res, ha raccolto 215 milioni, che diventano, come comunicato dall’azienda, “210 mln al netto delle commissioni delle banche del consorzio di collocamento”. Cinque milioni di euro per sbarcare in Borsa possono sembra tanti o pochi, sicuramente a Coima Res i conti li sanno fare.

Il problema vero è la permanenza sul listino, e questo per tutte le aziende che hanno una capitalizzazione che non consente di ammortizzare le spese di gestione. A parte i casi specifici, colpisce leggere i verbali delle assemblee. Sono documenti di solito molto formali ma tra le pieghe svelano molti dettagli della gestione. E così, leggendo il verbale di Prelios Spa dell’assemblea ordinaria del 19 maggio 2016, documento pubblico consultabile qui, ma potrebbe essere di qualsiasi altra azienda, a pagina 9 si viene a sapere quanto costa l’attività di revisione dei bilanci, affidata a Reconta Ernst&Young. Nel 2015 Prelios ha pagato 544.522,00 euro, oltre a spese dirette e oneri di segreteria (non specificati). Il conto dei revisori comprende 5.500 ore impiegate per l’attività.

Attività sicuramente di altissimo livello e tra l’altro richiesta dai regolamenti, ma le considerazioni sono inevitabili. Se questi sono i costi soltanto delle revisione, quindi un passaggio utile solo alla verifica dei dati forniti dall’azienda (e non sono conteggiati i costi interni per supportare le attività come per esempio quelli per lo staff dedicato, gli obblighi di comunicazione ecc.), come fanno le aziende a sopportarli? Perché Prelios capitalizza in Borsa in questo momento 83 milioni, e questi costi incidono sul bilancio, non sono spese di cancelleria.

Se poi si guarda ad aziende molto piccole, i costi diventano davvero impegnativi. Se pensiamo che Gabetti capitalizza in Borsa, in questo momento, 28.362,39 euro risulta evidente come anche una procedura a valle come la revisione dei bilanci diventi una voce di costi importante. Delle due una: o si abbattono i costi o si aumentano i ricavi. I ricavi sono compito dell’azienda, e dovrebbero esserlo dei suoi dirigenti. Per i costi forse sarebbe il caso che l’autorità introducesse dei limiti molto stringenti.

L’alternativa è il delisting di alcuni, che sarebbe anche opportuno, o il ricorso alle banche. Non come advisor per la quotazione, ma per le classiche linee di credito. Con tanti saluti al rilancio del Real Estate.

E la Brexit qui non c’entra nulla.

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi