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8 Aprile 2015

Compri casa? La paghi 3 anni di stipendio in meno rispetto a 10 anni fa

di Cristina Giua

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Ammesso e non concesso di avere un lavoro e una busta paga – che in questi tempi iper-precarizzati, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione, è tutto fuori che scontato – il calo dei prezzi delle case, nelle grandi città italiane in particolare, ha portato con sé un aspetto positivo: per diventare proprietari serve un monte stipendi meno alto rispetto a quello che serviva quando i prezzi degli immobili residenziali erano alle stelle.

Senza contare il peso fiscale a cui ogni proprietario è sottoposto, quante buste paga in meno servono oggi rispetto al passato?

Ha provato a fare due conti l'ufficio studi di Tecnocasa, prendendo come base le quotazioni al metro quadro di un appartamento classificato come usato di media qualità, raccolte dalle agenzie affiliate dislocate in 10 grandi città italiane, con ultimo aggiornamento a dicembre 2014.

Il costo dell'immobile così ricavato è stato messo a confronto con le retribuzioni contrattuali annue per dipendente (al netto dei dirigenti) a tempo pieno, ricavate dalla banca dati Istat.

L'analisi ipotizza che il reddito sia destinato interamente all’acquisto di un'abitazione da 85 mq.

Risultato: nel 2014 sono state necessarie 6,6 annualità di stipendio per comprare casa, in diminuzione rispetto a quanto rilevato nel 2013 quando ne servivano 7,1.

Da segnalare le situazioni locali di Napoli, Genova e Milano: la città partenopea vede un calo di ben 1,2 annualità (passando da 8,6 a 7,4), all’ombra della Lanterna servono 0,9 annualità in meno (che ora sono 4,5), mentre sotto la Madonnina si riscontrano 9 annualità, in diminuzione di 0,7 rispetto al 2013.

La Capitale è sempre la città in cui serve il maggior numero di annualità, ben 11, con cui stacca Milano (9 annualità) e Firenze (8,5), rispettivamente seconda e terza.

Qualche gradino più in basso di piazzano Palermo e Genova dove, invece, ne servono meno: 4,2 nel capoluogo siciliano e 4,5 nella città ligure.

A livello nazionale la differenza a distanza di dieci anni (quindi 2014 su 2004) si fa più consistente, ovviamente sempre a vantaggio dell'acquirente: dalle 9,3 annualità nel 2004, infatti, si è scesi alle 6,6 del 2014. In questo arco di tempo è Milano la città in cui la variazione è stata più consistente: ora sono necessarie 9 annualità, ben 4,2 in meno rispetto alle 11,2 di dieci anni fa.

Anche i due capoluoghi appenninici fanno segnare variazioni interessanti: nel 2004 fa servivano 10,3 annualità a Bologna e 12,3 a Firenze, adesso in entrambi i casi ne bastano 3,8 in meno.

Con calo di 2,8 annualità, Bari e Genova hanno evidenziato un andamento in linea con il dato medio nazionale, mentre Palermo è la città che fa registrare il calo meno consistente (-1,3).

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