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14 Gennaio 2017

Le banche provano a rialzarsi

di Luigi Dell'Olio, Monitorimmobiliare

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Il ritorno alla normalità è ancora lontano per le banche italiane, che comunque sembrano aver messo alle spalle il picco della crisi e si affacciano verso le sfide future. 

È il messaggio trasmesso da Standard & Poor's, diffuso attraverso una conferenza stampa tenutasi a Milano e seguita dalla redazione di Monitorimmobiliare.it

 

Febbre contenuta

Secondo l'agenzia di rating, la situazione del nostro sistema bancaria resta ancora febbricitante, con una temperatura sicuramente più elevata rispetto alle altre grandi economie europee (compresa quella spagnola, che ha affrontato il problema già anni), ma davanti a realtà come Bulgaria, Croazia, Indonesia.

 

Il peso delle insolvenze

Il problema principale resta sempre la mole di crediti di dubbia esigibilità in pancia ai nostri istituti, che ammontano a 330 miliardi di euro. Lo scorso anno, segnala l'agenzia di rating, lo stock si è ridotto del 3%, ma resta su livelli molto elevati, il 19,3% di tutti i crediti. Un ammontare che "difficilmente cadrà rapidamente in assenza di una forte ripresa economica e di un più efficace mercato secondario» di crediti dubbi. Sul primo versante, la Standard & Poor's prevede per l'Italia una crescita dello 0,8% nell'anno in corso e dello 0,9% nel 2019. 

Quanto al secondo versante, viene salutata positivamente l'azione del fondo Atlante, pur nella consapevolezza che il suo lavoro non è sufficiente. S&P prevede un aumento degli accantonamenti in vista di perdite legate ai crediti per facilitarne la vendita. Le banche si preparano ai saldi pur di liberarsi della patata bollente di sofferenze e incagli: ci sono fondi in giro per il mondo che si preparano a fare affari.  
 

L'intervista

A margine della presentazione abbiamo intervistato Mirko Sanna, director Financial Institutions di S&P Global Ratings.

 

Nelle ultime settimane, dopo la definizione del piano di salvataggio per Mps, è calata la tensione sui titoli bancari quotati a Piazza Affari. A suo avviso siamo di fronte a una svolta?

Purtroppo i problemi non sono limitati all'istituto senese, ma vi sono altre banche in difficoltà. Il fondo da 20 miliardi a disposizione del Governo allieverà questi problemi, ma non è sufficiente. I problemi da risolvere sono diversi. Ad esempio la limitata redditività e l'elevata struttura dei costi.

 

Dunque dovremo prepararci a una nuova cura dimagrante per il settore?

A nostro avviso il consolidamento è inevitabile per affrontare il tema dei costi. Le banche italiane hanno già agito su questo versante, ma con tagli sensibilmente inferiori ad altri Paesi come Spagna. Il consolidamento dovrebbe favorire anche un miglioramento dei ricavi. 

 

Quanto ai crediti deteriorati, quanto meno l'aumento di è fermato. Cosa attendersi nei prossimi mesi?

In effetti lo stock si è stabilizzato, grazie anche alla ripresa economica. Ora occorre agire per abbattere lo stock.



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