Ultime notizie

4 Maggio 2015

Euribor negativo: cosa succede alla rata del mutuo?

di Maurizio Cannone per Repubblica Affari&Finanza

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Riguardo ai mutui, la notizia del periodo è l’Euribor negativo. Il valore con il quale si calcolano i tassi d’interesse applicati ai mutui a tasso variabile, da qualche settimana riporta un valore inferiore allo zero.

Il motivo lo si trova nei bassi tassi d’interesse applicati dalla Bce, amplificati dalle tensioni per le sorti economiche della Grecia e delle conseguenze per l’Ue nel suo complesso. In pratica la situazione in Europa a breve è vista ancora instabile e quindi si prevede un ulteriore calo del denaro.

Questa l’analisi macro. Ma serve contestualizzare gi eventi per non creare fraintendimenti. Stiamo parlando di millesimi di punto percentuale: la scorsa settimana l’Euribor a 3 mesi era fissato al -0,03%. Facendo due conti, significa che chi avesse un mutuo a tasso variabile di 200.000 euro per 30 anni con rimborso mensile, con l’Euribor negativo prima citato avrebbe un risparmio sulla rata di qualche centesimo di euro. Ovvero non cambia niente. Perché, a parte l’importanza statistica dell’andamento del tasso, non ci saranno effetti concreti.

Infatti la rata dei muti a tasso variabile si compone di due voci: la prima è appunto l’Euribor, la seconda è lo spread applicato dalle singole banche che hanno erogato il finanziamento. Nello specifico, a fronte di un Euribor lievemente negativo, resta il tasso applicato dalla banca che è oggi intorno al 2,00%. Facile allora comprendere come una variazione dello 0,001% non abbia effetti concreti.

“Se questa eventualità non è prevista esplicitamente  nel contratto, il tasso finale sarà comunque positivo perché c’è lo spread – spiega Roberto Anedda di Mutuionline. In termini pratici è da vedere, perché le banche non prendono il valore in un solo giorno ma di un periodo. Quindi serve attendere almeno qualche mese, anche se il concetto di fondo è che non cambierà nulla sulla rata. In prospettiva però può diventare una costante vederlo intorno allo zero, senza però discese marcate come in Svizzera dove si arriva a -0,75%. Serve ricordare che l’Euribor è legato ai Paesi che utilizzano l’euro. La Bce di norma non opera all’improvviso e non ci sono singole banche centrali che possano intervenire”. La domanda è ora: con queste premesse, è più conveniente stipulare un mutuo a tasso fisso o variabile?

“Con uno spread sul tasso fisso al 2,70%, un minimo record basti ricordare che nel 2010 era al 4%, appare quanto mai invitante questa scelta - non ha dubbi Anedda. Il variabile oggi è all’1,60%, quindi la differenza è davvero modesta. Il punto è che per il tasso fisso una volta scelto resta immutato per tutta la durata del mutuo. Il variabile invece, essendo al minimo assoluto, non potrà che crescere”. E nell’arco di 20 o 30 anni tutto può accadere. Ma non si tratta solo di dormire tranquilli, evitando per esempio gli scossoni che nel 2010 hanno portato a raddoppiare l’importo delle rate. Prendendo ancora in mano la calcolatrice, su un mutuo da 200.000 euro per 30 anni, ogni rialzo di un punto percentuale del costo del denaro aumenta la cifra rimborsata alla scadenza di una cifra considerevole, 34.000 euro. E se i prossimi anni dovessero portare una forte ripresa dell’economia, c’è da scommettere che i tassi aumenterebbero molto di più. Oggi, dunque, il tasso fisso appare una scelta interessante.

Certo, nessuno ha la palla di cristallo per prevedere il futuro, ma se ci si basa sui dati disponibili ad oggi sembra certo che i tassi siano arrivati fondamentalmente al minimo assoluto.

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi