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14 Agosto 2015

Che sorpresa, l'Euribor è inchiodato nonostante la Cina. Cosa succede ai mutui

di Maurizio Cannone

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Il tasso Euribor, l’indice di riferimento per il calcolo delle rate dei mutui variabili, sembra inchiodato nonostante la crisi greca e la svalutazione cinese. L’indice a tre mesi era allo 0,025% il 7 luglio 2015, il 13 agosto era allo 0,024%. Praticamente immobile nonostante i grandi eventi economici che stanno spostando le previsioni sull’andamento del Pil in tutto il mondo.  

Chi si appresta a sottoscrivere un mutuo a  tasso variabile si trova quindi davanti a un dilemma: dove vanno i tassi?

La riposta è che non lo sa nessuno, ma proprio nessuno. Alcune banche brancolano talmente nel buio che non hanno in catalogo i mutui a tasso fisso.

Non è cosa da poco, per i privati e per le imprese, perché si dice da tempo che i tassi non possono che rialzarsi. E allora chi si trova a contrarre un variabile sarà invitato caldamente dalla banca a sottoscrivere una polizza cap che limiti i rischi di possibili rialzi.

Che sia conveniente è però tutto da verificare. Per esempio, una delle mille polizze collegate ai mutui, in questo caso la polizza Veneto Banca ma sono tutte molto simili, prevede il versamento aggiuntivo di 20.000 per un mutuo variabile a 15 anni. Il rischio coperto riguarda il possibile aumento dell’euribor: se supera 1,45% la differenza viene pagata dalla banca. Visto che ora, come detto, siamo allo 0,024% la differenza sulle rate sarebbe notevole.  Ma, visto che nessuno sa cosa succederà sui tassi (ieri la banca Hsbc ha dichiarato che l’atteso rialzo dei tassi usa di settembre potrebbe slittare di un anno), vediamo cosa dicono i future sull’euribor. Serve ricordare sempre che sono previsioni indicative, seppur del Liffe di Londra.

L’euribor è visto risalire fino allo zero solo a settembre 2016, arrivare allo 0,150% nel settembre 2017, allo 0.50% a dicembre 2018, toccare l’1% a settembre 2020 e l’1,3% a giugno 2021. Secondo queste previsioni la polizza cap del mutuo che abbiamo visto non servirebbe a nulla, visto che entra in azione solo al superamento dell’euribor della soglia 1,45%. E intanto gran parte degli interessi sarebbe stati pagati sterilizzando possibili effetti negati di un rialzo dopo il 2021 (mutuo acceso nel 2015).

Ecco un caso, sia pure teorico, in cui anche coi tassi d’interesse ai minimi il mutuo verrebbe a costare come negli anni della bolla. Solo che a guadagnare non è chi compra casa.

Altro elemento di riflessione riguarda la congiuntura: i tassi così bassi significano che non è prevista alcuna ripresa vera dell’economia, almeno fino al 2021.

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