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20 Settembre 2019

Carige, da soci via libera ad aumento capitale di 700 mln

di G.I.

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Nell'ennesima giornata carica di tensioni, Carige porta a casa il via libera dei soci a un aumento di capitale da 700 milioni che costituisce l'architrave della messa in sicurezza dell'istituto ligure. A rendere possibile l'approvazione della misura, passata col 91% del capitale presente (pari al 43% totale dei soci della banca), è stata la scelta di Vittorio Malacalza e della sua famiglia di non registrare le azioni della propria Malacalza Investimenti, primo socio della banca col 27,55%. Per passare il vaglio dei soci, infatti, l'aumento aveva bisogno del via libera di una maggioranza qualificata del 66% dei presenti, dando di fatto all'imprenditore la possibilità di bloccare la manovra di rafforzamento patrimoniale, come aveva già fatto nel dicembre scorso, aprendo di fatto le porte al commissariamento del cda di Carige da parte della Bce.

"Chiaramente il fatto che Malacalza Investimenti non si sia presentata ci ha consentito questo risultato. E' stata una scelta consapevole e dal mio punto di vista generosa", ha commentato al termine dei lavori Pietro Modiano, uno dei tre commissari dell'istituto ligure in cui era entrato come presidente su indicazione dello stesso Malacalza. In realtà il patriarca della famiglia stamattina si era presentato in assemblea come "piccolo azionista", con una quota di di titoli che detiene a livello personale, ma durante gli interventi degli altri soci ha lasciato i lavori. "Faccio quello che voglio", si è limitato a dire a chi cercava di sondarne le intenzioni.

Dopo il sì arrivato oggi dai soci, l'obiettivo per Carige è chiudere l'aumento entro fine anno, ha spiegato al termine dei lavori assembleari, Fabio Innocenzi, un altro dei tre commissari scelti dalla Bce.

"Sarebbe bello farlo entro fine anno: speriamo sia possibile, dobbiamo correre molto non per avere fretta ma per voltare pagina", ha spiegato. Secondo il banchiere è ragionevole pensare che da Francoforte arrivi una proroga della triade commissariale fino all esecuzione dell'aumento di capitale, cosi' da avere poi "un'assemblea che nomini il cda di una Carige finalmente non più commissariata".

Dopo il voto di oggi, ha aggiunto, "tutti i ragionamenti diventano più facili", anche in relazione alle tante richieste arrivate dai soci. Non si può infatti dire che l'assemblea sia scorsa tranquilla: sono molti i piccoli soci che hanno attaccato, anche duramente, i commissari mettendo nel mirino l'operazione elaborata dal Fitd insieme a Cassa centrale banca. L'accusa, in sostanza, è di aver previsto per loro condizioni meno vantaggiose di quelle previste per Ccb, che avrà in futuro la possibilità di comprare, con un forte sconto, o titoli in mano al fondo interbancario.

"Tiriamo fuori nuovi soldi per poi essere cancellati", è il refrain degli interventi. Per Innocenzi da oggi "tutti i ragionamenti diventano più facili", anche in relazione alle tante richieste arrivate dai soci. A difendere il ruolo di Ccb, nelle repliche, è stato Innocenzi, secondo cui la capigruppo trentina di un insieme di banche di credito cooperativo "non ha una natura speculativa".

"Abbiamo un solido motivo di credere che Ccb avrà tutela degli azionisti e del territorio", ha sottolineato cercando di offrire una rassicurazione agli azionisti. "Non sarà nel loro interesse lanciare un'offerta penalizzante", hanno aggiunto i commissari. Se poi Cassa Centrale non dovesse usare l'opzione a sua disposizione per comprare le quote del Fitd e salire nel capitale della banca, Carige andrebbe avanti "sviluppando il proprio piano industriale, avendo come azionisti di riferimento il Fondo, lo Schema volontario e la stessa Ccb" e andando poi "a vedere che partnership riusciremo a trovare, ma da una situazione di forza".

Diverse le reazioni anche sul fronte sindacale, dove si parla della necessità di voltare pagina e guardare al futuro, ma tutelando l'occupazione. I prossimi passi prevedono invece la finalizzazione degli accordi con Amissima, Credito Fondiario e Sga, necessari, fra l'altro a ripulire la banca dai crediti deteriorati. 

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