Nonostante le minacce di barricate dei residenti di Borgo Pio e le proteste degli stessi cardinali, a pochi metri dal colonnato di San Pietro, è operativo un nuovo fast food della catena internazionale McDonald’s.
I locali, in passato occupati da una banca e rimasti a lungo vuoti, sono stati affittati dalla catena americana lo scorso settembre. Uno spazio di più di 500 metri quadrati in un palazzo di proprietà dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. A protestare contro il contratto di locazione (secondo alcune fonti corrispondente a circa trentamila euro al mese) sono stati per primi i residenti, preoccupati dallo stravolgimento dell’identità artistica, culturale e sociale del rione. Hanno fatto seguito le proteste dei cardinali che abitano nello stesso palazzo e, infine, anche il Municipio ha sollevato alcuni rilievi, di tipo tecnico e burocratico, che hanno rimandato l’apertura.
Della vicenda si è occupato anche il New York Times, che ha pubblicato un articolo in cui ripercorre l’intricata vicenda iniziata lo scorso settembre. Come riporta il quotidiano americano, “nonostante le proteste, l’agenzia che sovrintende il patrimonio immobiliare del Vaticano ha approvato il contratto di locazione e il ristorante ha aperto tranquillamente la scorsa settimana senza nessuna protesta pubblica”.
Quello di Borgo Pio non è il primo caso di proteste per l’apertura di nuovi locali in contesti storici. Ad ottobre il sindaco di Firenze Dario Nardella è stato citato in giudizio da McDonald’s per aver impedito l’apertura di uno dei suoi fast food in piazza Duomo, mentre a Roma sono spuntate di recente le insegne dell’Hard Rock Café in via della Conciliazione, la strada che porta milioni di turisti ogni anno verso il Vaticano.
Mentre le piccole botteghe spariscono dai certi storici, sono in arrivo sempre più marchi internazionali intenzionati ad esporre le loro insegne nelle vie più famose d’Italia.
