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Ocse: forte impatto dei tassi sul credito ma è presto per cambiare politica monetaria
di red
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L’aumento dei tassi di interesse portato avanti nell’ultimo anno dalla Bce ha avuto un forte impatto sulle condizioni di finanziamento in Italia. Ma, finché ci sarà a minaccia dell’inflazione, la politica monetaria deve rimanere restrittiva. Lo si legge nell’Outlook economico dell’Ocse, pubblicato oggi.
Gli esperti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sottolineano nel Rapporto che i costi dei prestiti per famiglie e imprese sono aumentati significativamente nell'ultimo anno a seguito dell'orientamento restrittivo della politica monetaria dell'area dell'euro, con tassi che hanno raggiunto il 4,2% sui mutui e il 5,3% sui prestiti alle imprese non finanziarie a settembre.
Anche gli standard di erogazione dei finanziamenti si sono irrigiditi, e la crescita dei prestiti è diventata negativa. I tassi di interesse più elevati hanno aumentato i costi di servizio del debito per il Governo, che dovrebbero raggiungere circa il 4,2% del Pil nel 2025.
Tuttavia – osserva l’Ocse –, “la politica monetaria deve rimanere restrittiva fino a quando non ci saranno segnali chiari che le pressioni inflazionistiche di fondo sono diminuite in maniera duratura, con aspettative che si moderano ulteriormente e un riequilibrio tra offerta e domanda nei mercati del lavoro e dei prodotti”.
Più nel dettaglio, insistono gli analisti, “i tassi di politica sembrano essere al loro picco o vicini ad esso nella maggior parte delle economie avanzate, anche se potrebbero ancora essere necessari ulteriori aumenti qualora le pressioni inflazionistiche di fondo si rivelassero persistenti”. Secondo l’Ocse, la possibilità di ridurre i tassi sarà limitata “fino a ben dentro il 2024, con i tassi nominali che verranno poi abbassati parallelamente all'inflazione”.
L’Organizzazione vede l’Italia in difficoltà ed ha abbassato le stime del Pil da +0,8% a +0,7%, con rischi al ribasso. Secondo l’Ocse, nel nostro Paese “servono politiche per aumentare la crescita, rafforzare la domanda, accrescere la concorrenza nel settore dei servizi, in particolare i servizi alle imprese e riformare la giustizia civile". Queste riforme – ha incalzato la capoeconomista dell’Organizzazione, Clare Lombardelli – devono essere portate avanti e, se pienamente attuate, consentiranno di ridare slancio all'attività economica".
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