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13 Gennaio 2016

Infrastrutture, Unione Industriali Varese insiste sul potenziamento di Malpensa

di red

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Per l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese Malpensa deve ritornare a essere un hub strategico per il Paese e quindi uno scalo internazionale ricalcando il pensiero espresso dal presidente di Sea, Pietro Modiano. Parlando per bocca del suo presidente, Riccardo Comerio, l’associazione ritiene che fare di Malpensa un hub è un gesto di coerenza politica. Dopo la bocciatura del decreto Lupi da parte dell’Ue, adesso il Governo avrebbe l’opportunità di dare vita ad un nuovo testo che regolamenti il traffico aereo tenendo conto della strategicità dello scalo lombardo. Il decreto dell’ex Ministro aveva regolamentato dall'ottobre 2014 il traffico aeroportuale degli scali di Linate e Malpensa ed era stato decisivo per la conclusione dell'accordo tra Alitalia ed Etihad perché l’ex compagnia di bandiera aveva ottenuto un’apertura delle destinazioni permesse da Linate.

"La bocciatura da parte dell'Unione Europea del Decreto Lupi che regola i voli su Linate", ha detto il presidente, "dovrebbe essere una buona notizia per chi, come l'Unione degli Industriali della Provincia di Varese, sostiene da sempre l'idea che la priorità del traffico aereo del Nord Italia dovrebbe essere quello di ridare a Malpensa il ruolo di hub. Eppure i dubbi che le sorprese negative non siano ancora finite permangono. Il timore è che il testo a cui il Governo sta ora lavorando possa essere peggiore del precedente. In teoria l'occasione sarebbe ghiotta per un gesto di coerenza politica. Mi riferisco alla coerenza tra i numerosi, anche recenti, investimenti pubblici messi in campo per Malpensa e per i suoi collegamenti, e una reale politica di trasporto aereo che ponga al centro dei collegamenti intercontinentali da e per il Paese lo stesso aeroporto. Perché una delle più grandi assurdità di questa vicenda è che da una parte si continua, giustamente, a stanziare risorse per collegare sempre meglio Malpensa con i territori circostanti, ma dall'altra, con scelte incomprensibili dal punto di vista della coerenza, appunto, si drena traffico aereo allo stesso scalo. La logica dunque vorrebbe che di fronte ad un Decreto Lupi bocciato, le istituzioni ad ogni livello si mettessero all'opera per cogliere questa opportunità e dare finalmente, e una volta per tutte, una risposta alle vere domande che tutti ci poniamo: quando Malpensa tornerà ad essere quella per cui è nata, un hub? Quando gli interessi delle imprese e del tessuto sociale di uno dei sistemi produttivi più importanti d'Europa, e dunque del Paese, prevarranno su quelli di una singola società di trasporto aereo?”.

"I rumors non sono dei migliori. Ancora una volta si parla di un tentativo di rimettersi all'opera su un nuovo testo che rimedi ai vizi formali della versione pre-Expo, ma che punti sempre e comunque allo stesso obiettivo: liberalizzare i voli su Linate, da cui le compagnie, come Alitalia, (citiamo un esempio non a caso) possa effettuare rotte non solo verso qualsiasi scalo europeo (che sarebbe già un via libera scellerato), ma anche addirittura verso destinazioni in altri continenti, come ad esempio Abu Dhabi (per questa ulteriore ipotesi non ci sono definizioni). Ancora una volta l'Unione Industriali si oppone ad una tale logica di depotenziamento del ruolo di Malpensa a favore di Linate. Lo diciamo con forza, con l'indignazione di chi non ne può più di decisioni politiche di corto respiro, che non hanno la capacità di programmare il futuro del Paese. Neanche di fronte alle evidenti necessità di un sistema economico, come quello industriale del Nord Italia, di avere una porta d'ingresso sul mondo degli affari. Una porta, un ponte. Non una porticina di servizio, come quella di Linate, dal cui allargamento trarrebbero vantaggio solo interessi particolari. Tutto questo lo abbiamo sempre detto", prosegue.

"In questi anni abbiamo inondato le redazioni dei giornali locali e nazionali con dichiarazioni di totale sostegno a Malpensa. In ogni tavolo abbiamo, per quanto ci era consentito, battuto i pugni a vantaggio del nostro vero hub. Un'attività svolta anche lontano da riflettori. Ad ogni contatto. Ad ogni livello. E lo abbiamo fatto nei confronti di qualsiasi esecutivo, qualsiasi fosse il suo colore politico o la sua composizione tecnica. Sia prima, sia dopo il dehubbing che venne deciso nel 2008 a vantaggio dell'allora nuova Alitalia. Ora più che mai è il tempo di scelte precise, coraggiose e lungimiranti. Se fosse per noi Malpensa sarebbe qualcosa di diverso: uno scalo intercontinentale. Su questo non ci sono dubbi".

Intanto sullo sfondo restano i risultati in crescita di Sea che ha chiuso il 2015 con passeggeri superiori ai 28 milioni e punta a raggiungerne 33 nel 2020. È stato Pietro Modiano, presidente della società che gestisce i due scali milanesi, ha scattare la fotografia intervenendo qualche giorno fa alla Commissione delle aziende partecipate del Comune di Milano (primo socio di Sea). Nel dettaglio i passeggeri di Malpensa hanno superato i 18 milioni mentre a Linate sono stati oltre i 9. In merito ai conti aziendali il presidente ha annunciati ricavi di poco inferiori a 700 milioni di euro e un margine operativo sopra i 200 milioni.

Sea, che stima 33 milioni di passeggeri nei due aeroporti al 2020, ha messo in conto però anche alcuni fattori di incertezza. Oltre agli effetti degli attentati terroristici di Parigi, ci sarebbe proprio il no sul decreto Lupi dall’Ue. “La notizia – ha commentato il presidente – non è stata inaspettata e non sappiamo cosa succederà oggi. Stiamo dialogando con le istituzioni, ma a seconda di quello che accadrà ci saranno degli impatti sia su Malpensa sia su Linate. Non dipende da Sea, possiamo solo fare degli auspici. Il nostro auspicio è che ciò che sostituirà il decreto Lupi non vada nella direzione di uno squilibrio tra Malpensa e Linate”. Tuttavia, “Malpensa è l'aeroporto più importante del Nord. È nato per realizzare collegamenti intercontinentali con il resto del mondo ed è un aeroporto che cresce”. Modiano sembra quindi condividere appieno le preoccupazioni dell’Unione Industriali Varese.

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