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7 Agosto 2019
Un immigrato su cinque vive in casa di proprietà
di G.I.
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Un immigrato su cinque (il 21,5%) vive attualmente in una casa di proprietà. Dal 2006 al 2018 gli scambi di abitazione che hanno avuto come controparte un lavoratore straniero immigrato sono stati 860 mila, con un volume d'affari di poco inferiore a cento miliardi di euro. E' quanto emerge dal quindicesimo rapporto 'Immigrati e casa: un mercato in crescita' realizzato da 'Scenari Immobiliari' attraverso interviste telefoniche e sondaggi online che hanno coinvolto un campione di 450 agenzie immobiliari dislocate in dieci province rappresentative del territorio nazionale.
Continuano a crescere anche quest' anno gli acquisti di case da parte di lavoratori Immigrati. Nel 2019 le compravendite hanno registrato una crescita del 13,7% rispetto al 2018 per un ammontare complessivo di 58mila scambi a chiusura d'anno: 5 miliardi di euro il fatturato stimato a chiusura 2019 (+11,1% rispetto al 2018). Circa il 63,5% dei lavoratori immigrati è in affitto, mentre il 7,7% abita presso il luogo di lavoro e il 7,3% alloggia presso parenti o altri connazionali. Le dieci province dove si concentra il maggior numero di acquisti da parte di Immigrati sono Milano, Roma, Bari, Torino, Prato, Brescia, Cremona, Vicenza, Ragusa, Modena e Treviso.
Il mercato immobiliare che interessa gli immigrati, sottolinea Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, "è un segmento considerevole nell'ambito del mercato complessivo italiano. D'altra parte, in assenza di una politica di welfare adeguato, il mercato privato risulta posizionarsi come l'unica soluzione al momento possibile per affrontare il fabbisogno abitativo di tale fascia di popolazione. Inoltre - precisa Breglia - l'osservazione dei dinamismi propri delle persone immigrate rispetto al tema della casa risulta tanto più interessante e strategico quanto la decisione di acquistare l'abitazione si colloca in un'ottica di scelta di integrazione sociale".
L'incidenza percentuale delle compravendite perfezionate da immigrati sul totale compravendite nel 2019 è circa il 9%. Nel 2007 si è raggiunto il picco degli scambi che coinvolgevano immigrati. Le compravendite residenziali a livello nazionale furono circa 780mila e di queste 135mila (il 17,6 per cento) aveva avuto come attore un lavoratore straniero. Da quel momento il numero degli acquisti degli immigrati ha continuato a calare fino al 2014, complice la crisi economica e la difficoltà di accesso al finanziamento bancario, con una discesa più drastica di quella degli acquisti residenziali complessivi. A partire dal 2008 gli acquisti degli immigrati hanno perso progressivamente peso sul volume complessivo degli scambi, stabilizzandosi negli ultimi anni attorno all'8%. Dal 2015 si registra un aumento costante delle compravendite da parte degli immigrati. La ripresa è dovuta ad una maggiore facilità di accesso al credito e a prezzi delle case più bassi, che rendono più facile comprare soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie.
È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Student Housing: accordo per 800 nuovi
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