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29 Giugno 2015

Rischio Grecia sui mercati residenziali in Europa

di Cristina Giua

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Londra con 14.090 euro al mq e Parigi con 10.270 euro al mq restano le città europee più care dove comprare casa.

All’estremità opposta della classifica si piazzano Porto e Szèkesfehèrvàr (Ungheria): con prezzi medi rispettivamente di 860 e 1.026 euro/mq.

Questi primi indicatori emersi dallo studio Property index di Deloitte, che da quatto anni a questa parte analizza i fattori che influenzano lo sviluppo del mercato residenziale, confrontando i prezzi e altri indicatori nelle 56 maggiori città europee.

In un quadro che potrebbe pagare a caro prezzo la crisi della Grecia e l'incognita di una sua uscita dall'Euro – il timore è l'effetto domino, che potrebbe danneggiare tutte le economie europee e quindi anche il mercato della casa e dei mutui -  emerge tuttavia un primo elemento positivo che riguarda l'andamento dei valori delle case: nel 2014 sono infatti risultati in crescita in 12 Paesi tra quelli considerati, contro i soli 5 Paesi registrati nel 2013.

“La ripresa dell’economia ha iniziato ad avere un impatto positivo sul mercato immobiliare, specialmente quello residenziale” conferma Elena Vistarini, Deloitte Italy Real estate and construction Industry Leader.

Il confronto tra i Paesi evidenzia che le quotazioni medie più alte si trovano nel Regno Unito (4.929 euro/mq), Israele (4.716 euro/mq), Francia (3.932 euro/mq), Svezia (3.137 euro/mq) e Irlanda (2.550 euro/mq).

Tra queste, Irlanda e Israele hanno registrato, nel giro di un anno, un incremento significativo, rispettivamente +31,5% e +25,6% seguite dal Regno Unito con +21,6%.

I prezzi nei Paesi post-sovietici sono invece più bassi, con Ungheria e Russia a meno di 1.000 euro/mq (quest’ultima in calo del 16,6% rispetto allo scorso anno).

Quanto all'Italia, il prezzo medio di vendita per le abitazioni nuove è sceso a circa 2.500 euro/mq, in calo del 4% rispetto al 2013.

Nelle maggiori città prese in considerazione, la variazione media dei prezzi registrati è pari all’8%.

Il più significativo calo su base annua tocca a Lisbona (-14%), seguita da Porto (-12%) e dalle città russe presenti nel campione.

Gli incrementi più elevati si sono invece avuti in Irlanda con i prezzi a Galway superiori del 44% rispetto a quelli del 2013 e a Dubino superiori del 34%.

Le città italiane del campione - Milano, Roma e Torino - hanno confermato il calo del 4% registrato su base nazionale.

A livello locale, il confronto dei prezzi registrati con la media nazionale ha messo in luce questo quadro: i prezzi di Mosca sono di 4 volte maggiori rispetto alla media russa, Monaco ha prezzi di 3 volte maggiori rispetto al resto della Germania mentre Amburgo, Barcellona e Parigi hanno prezzi doppi rispetto alle rispettive medie nazionali.

Milano e Roma hanno registrato nel 2014 prezzi maggiori di una volta e mezza rispetto alla media nazionale.

Le indicazioni sugli sconti medi applicati ai prezzi richiesti per abitazioni nuove mostrano una Spagna che ha registrato lo sconto medio più alto nel campione di analisi, con un prezzo di compravendita inferiore del 20% rispetto al prezzo di richiesta iniziale (tale sconto è minore rispetto al 2013 per effetto di condizioni immobiliari migliori).

L’Italia ha invece fatto registrare il secondo sconto più alto pari al 16%, nettamente maggiore rispetto al 10% dell’anno precedente.

Nel 2014 l’housing stock medio (misurato come unità a destinazione residenziale per 1.000 abitanti) è diminuito leggermente collocandosi a 452 unità ogni 1.000 abitanti: l’Italia evidenzia il maggior valore nell’housing stock (28% superiore alla media europea) insieme al Portogallo (+25% rispetto alla media europea) anche se con dati relativi al 2013.

A seguire ancora la Spagna, con 549 unità per 1.000 abitanti: 15% sopra la media europea.

L’Irlanda, al contrario, si colloca sotto la media europea del 25% con 342 abitazioni ogni 1.000 abitanti.

La ricerca valuta anche l'aspetto legato alla capacità di acquisto sulla base del numero degli stipendi lordi annui necessari per acquistare una nuova abitazione di dimensioni standard (70 mq).

“La capacità di acquisto – riprende a parlare Elena Vistarini - cambia significativamente e va dai 3,2 stipendi lordi annui necessari in Belgio ai circa 10 in UK fino ai circa 12 in Israele.

Germania e Danimarca sono i paesi più convenienti dopo il Belgio seguiti da Paesi Bassi e Spagna.

Agli italiani, invece, per comprare una casa di circa 70 metri quadri occorrono in media 6,8 anni di stipendio lordo”.

La media europea dell’indebitamento per l’acquisto della casa rispetto al PIL è pari al 82,3%, tuttavia i valori per i singoli paesi differiscono notevolmente.

Il paese con il rapporto debito-PIL più basso risulta essere la Russia (6,5%), seguita dai Paesi dell’Europa dell’Est - Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria - con meno del 30%.

 I valori più elevati di indebitamento si registrano in Danimarca, Svezia e nei Paesi Bassi (oltre 150%), seguiti da Regno Unito e Irlanda.

In Italia il livello di indebitamento è del 33,5%, significativamente inferiore rispetto alle altre economie dell’UE come Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi