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Renzi all'Abi: mutui anche ai contratti a tutele crescenti
di P.R.
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Poco più di un mese fa la prima notizia sull’argomento: le banche avrebbero concesso mutui anche a quei soggetti assunti con il nuovo contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act e alle stesse condizioni a cui erogavano per quelli con il classico contratto a tempo indeterminato. Notizia che aveva comunque suscitato non poche perplessità, considerando la difficoltà con cui le banche hanno concesso mutui soprattutto negli ultimi anni.
Eppure a distanza di un mese erano arrivati i commenti positivi sia del ministro del Lavoro Poletti sia del presidente della Bnl Luigi Abete, che avevano assicurato che gli istituti di credito si sarebbero orientati presto verso la nuova direzione indicata dal Jobs Act.
Ma oggi, in una intervista radiofonica, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato: “Abbiamo un impegno esplicito da parte dell'Abi che ha assicurato che tutti coloro che hanno il nuovo contratto a tutele crescenti hanno tutti i titoli per ottenere un mutuo. Perciò segnalate chi ha negato il mutuo e Palazzo Chigi fornirà un elenco all’Abi chiedendo risposte sui singoli casi, uno per uno. Perché su questo deve essere chiaro chi dice no, perché e come”.
E’ evidente, stando a questa dichiarazione, che non tutti gli istituti di credito si sono già adeguati a quanto previsto dal Governo per il nuovo contratto di lavoro e che non devono essere poche le banche che ancora rifiutano un mutuo a chi non ha la garanzia di un contratto a tempo indeterminato di tipo classico. Resta da vedere se si tratta ancora soltanto di una fase di passaggio o se effettivamente le banche non hanno intenzione di rinunciare a un certo tipo di garanzie per erogare un mutuo.
Ma la risposta da parte dell'Associazione bancaria italiana (Abi) alle richieste di oggi del premier Renzi, non si è fatta attendere.
“Da parte dell’Abi l’impegno c’è” ha spiegato il presidente dell’associazione commentando le parole del premier “Ci sono prese di posizione pubbliche da parte dei principali banchieri e anche da parte di banche più territoriali, che vedono bene questo Jobs Act perché favorisce la trasformazione di contratti a tempo limitato in tempo indeterminato”.
Le banche quindi sembra si stiano impegnando ad erogare mutui a chi ha i nuovi contratti lavorativi a tempo indeterminato a tutele crescenti.
“Questo elemento di trasformazione favorisce un miglioramento del merito di credito. Quindi, le banche che avevano una valutazione positiva del vecchio contratto a tempo indeterminato e che erano prudenti sui contratti a tempo limitato, sono oggi molto più propense a favorire l’accensione di nuovi mutui per coloro che hanno dei nuovi contratti a tempo indeterminato” ha concluso il presidente di Abi.
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