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29 Ottobre 2018

Pir, senza aumento Ipo è rischio bolla (Report)

di G.I.

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La raccolta di risparmio confluita sui Pir a solo poco più di un anno dalla loro introduzione, ha superato tutte le aspettative del Ministero dell'Economia; le previsioni di un continuo margine di crescita della domanda portano a ipotizzare un'eventuale bolla finanziaria sui titoli Pir compliant. E' uno degli aspetti chiave messi in luce nel Paper Piano individuali di risparmio curata da JeMe Bocconi, su iniziativa di Deloitte e Nctm Studio legale.

Dopo pochi mesi dall'introduzione sono stati lanciati sul mercato 70 prodotti, con forti aspettative di crescita futura. Da gennaio 2017 a fine giugno 2018 si sono registrati poco meno di 19 mld di masse in gestione è una raccolta di 14,4 mld. Un simile flusso di denaro, confluito in così poco tempo nel mercato delle Pmi, ha visto una crescita generale del valore degli strumenti finanziari di queste aziende. Può quindi sorgere il dubbio che dietro questa crescita notevole si celi il rischio di una bolla speculativa, come fanno supporre le performance dell'Aim nel corso del 2017 con risultati doppi rispetto a quelli registrati nel 2016.

Attualmente il totale della capitalizzazione, sulla quale i Pir possono investire, ammonta a circa 111 mld di euro. Se le valutazioni si dovessero confermare i suddetti fondi arriverebbero a detenere circa il 30 per cento del flottante disponibile a Piazza Affari nel segmento Mid e Small cap. Se la domanda come sembra continuerà a crescere una bolla sembra possibile. Soprattutto perchè i titoli Pir compliant non fanno che ricordare i valori medi della stessa tipologia di titoli in Europa riuscendo per il momento a concretizzare l'obiettivo di rendere più liquido il loro scambio.

Per scongiurare il rischio la soluzione sarebbe l'aumento del numero di società quotate in Borsa così da far trovare uno sbocco all'aumento di liquidità disponibile. Tuttavia, sebbene durante il 2017, ben 23 aziende si siano quotate sull'Aim, il 2018 non è stato altrettanto positivo e la soluzione risulta ancora non del tutto sufficiente a scongiurare la possibilità di un effetto bolla.

Il rischio inoltre può essere ricondotto oltre alla quantità dei titoli presenti sul mercato anche alla loro qualità e affidabilità. Le opinioni a riguardo sono molteplici: Borsa Italiana minimizza e ritiene che la crescita dei valori dei titoli appartenenti ai segmenti Pir compliant non dovrebbero allarmare in quanto questo trend non è altro che un allineamento delle quotazioni dei titoli dei medesimi settori a livello europeo. Eppure stando ai dati dei primi due trimestri dei Pir il Ftse Small Cap da inizio anno è salito del 27 per cento, l'Aim Italia del 23 per cento, mentre il Ftse Mib ha registrato una crescita del 12 per cento. L'Aim Italia grazie a questo nuovo strumento ha visto crescere la propria capitalizzazione di oltre il 60 per cento è il controvalore totale scambiato nei primi sei mesi del 2017 raggiungere il 155 per cento del valore relativo all'intero anno 2016.

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