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16 Ottobre 2020

Osservatorio Saie: le imprese di costruzione ripartono

di red

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Lo stop dettato dal Covid-19 ha messo a dura prova l’intera filiera edile, ma le imprese del settore non perdono la fiducia e lavorano per costruire una ripresa solida e duratura. I dati dell’Osservatorio SAIE, realizzato da Senaf su un panel di aziende di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni in occasione di SAIE – RIPARTI ITALIA, la fiera delle costruzioni in corso a BolognaFiere fino al 17 ottobre, restituiscono la fotografia di un comparto che ha sofferto sì come tanti altri settori, ma si è da subito rimboccato le maniche mostrando i primi segnali di fiducia per il futuro. Ben il 34% delle imprese è, infatti, già tornato alla normalità e il 28% conta di farlo entro 6 mesi. Un dato importante, specialmente in considerazione dell’impatto negativo della pandemia sulle performance dell’86% delle imprese. 

Partiamo dal fatturato, sicuramente l’aspetto più delicato, e dalle aspettative. Nel II trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, com’era logico prevedere, il 62% delle aziende ha registrato un calo dei ricavi. Ciononostante, la fiducia delle imprese cresce quando si pensa al futuro, con il 55% degli intervistati che prevede un incremento nel giro d’affari del settore nei prossimi tre anni (solo l’11% pensa che possa esserci un peggioramento). Non a caso, anche l’indice di fiducia a livello generale delle imprese della filiera edile è positivo: per il 43% è alto, per il 48% si attesta su livelli medi e per il 9% è basso.

Nonostante tutte le difficoltà degli ultimi mesi, per gli imprenditori non crolla la soddisfazione relativa all’attuale andamento della propria azienda: quasi sei aziende su dieci (58%) si dicono soddisfatte, il 31% lo è mediamente e solo il 7% non lo è affatto. Anche il portafoglio ordini dà una certa tranquillità, con quasi tre quarti delle aziende (74%) che lo ritiene adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria. A mettere in dubbio la fiducia delle imprese sono specialmente alcuni fattori, tra cui spiccano la burocrazia/tempi giudiziari in caso di controversia (elemento “abbastanza” o “molto critico” per il 76% del campione), gli aspetti fiscali (62%), l’incertezza normativa (60%) e il costo della forza lavoro (29%).

Tra le varie misure possibili per il rilancio del settore, le imprese indicano soprattutto gli incentivi governativi (55%), la riforma della burocrazia/sburocratizzazione (45%), lo sblocco dei cantieri (44%), l’abbassamento del cuneo fiscale (33%) e un piano di investimenti per l’edilizia pubblica (29%). Nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, il problema principale è l’iter burocratico (ritenuto “abbastanza” o “molto critico” dal 70%), seguito dalle competenze degli interlocutori (43%) e dall’accesso ai bandi (40%). Gli incentivi possono essere, dunque, fondamentali per la ripartenza. Tra questi, il bonus ristrutturazione è giudicato il più utile (il 59% delle imprese lo valuta positivamente), seguito dall’Ecobonus (58%), dal Decreto Rilancio 110% (56%).

         

Capitolo occupazione: circa metà delle imprese (53%) prevede nuove assunzioni in questo periodo. Tra le figure più richieste spiccano gli operai, sia specializzati che non (17%), impiegati (14%) – marketing, amministrazione, commerciale, ecc. – e specialisti digital/BIM (4%). Nove aziende su dieci puntano poi sulla formazione interna, investendo nel 41% dei casi “fino a 10 ore”, nel 27% “da 11 a 20 ore”, nel 15% “da 21 a 30 ore”, nel 2% “da 31 a 40 ore” e nel 6% “oltre 40 ore”.

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