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13 Aprile 2018

Navigare in acque agitate (video)

di F.B.

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Ha registrato un grande successo di partecipazione e profondità del dibattito l'edizione 2018 del Salone del Risparmio, caduta in una fase piena di preoccupazioni per i mercati finanziari. Infatti, se da una parte il settore del risparmio gestito continua a crescere nel nostro Paese, considerata la difficoltà di generare rendimento attraverso il fai da te in un'era di tassi bassi, dall'altra crescono le preoccupazioni di carattere geopolitico, tra il ritorno del protezionismo e i venti di guerra in Medio Oriente, mentre il debutto della Direttiva Mifid 2 mette sotto pressione i margini dei distributori e dei clienti-investitori.

Dalla tre giorni di eventi organizzata presso il MiCo di Milano è emerso in particolare il ruolo crescente che l'industria del risparmio gestito rivestirà negli anni a venire, ponendosi come  ponte non solo tra i risparmi degli italiani e l'economia reale, ma anche tra le Pmi della Penisola e i mercati globali.

Intanto, la crescita dei mercati finanziari asiatici avrà un impatto importante non solo in termini di opportunità di investimento, ma anche di una maggiore concorrenza degli emittenti asiatici nella raccolta dei capitali.

Da segnalare anche l'intervento del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che si è soffermando sullo scenario macro. Il commercio internazionale sta vivendo “una fase molto pericolosa”, ha sottolineato. “Oggi ci sono forti tensioni negli scambi con gli Stati Uniti per un nuovo convincimento degli Stati Uniti secondo i quali i dazi non servono solo a correggere comportamenti scorretti, ma a contenere equilibri economici. I dazi sono usati per ridurre il deficit”.

Le interviste

Alessandro Fonzi, Country Head Italy di Degroof Petercam AM

Spesso in Italia si parla dei fondi immobiliari in relazione a quelli quotati, ricordando le difficoltà che hanno avuto sin dal loro debutto e poi ancor più quando si sono avvicinati alla scadenza. Vi sono invece esperienze positive tra i fondi aperti?

In questo caso parliamo di fondi azionari che quindi investono in società quotate del settore. È una differenza enorme rispetto all'altra categoria perché in questo caso viene garantita costantemente la liquidità, oltre a una maggiore trasparenza. Inoltre i fondi immobiliari quotati, all'interno di un portafoglio ben diversificato, consentono di ridurre l'esposizione al rischio globale. Le società immobiliari valgono in relazione agli asset sottostanti. Oggi gli immobili detenuti dalle aziende quotate sono generalmente di qualità migliore rispetto a quelli presenti nei portafogli delle non quotate, ma questo non si riflette adeguatamente sui valori di Borsa. Quindi è un'asset class che a noi piace particolarmente in questo periodo”.

Perché c'è questa sottovalutazione?

Perché tra gli investitori è diffuso il timore che vi sarà una nuova correzione delle quotazioni immobiliari. In realtà, dalle nostre analisi rileviamo un dividend yield del 5-6%, oltre a una possibilità di rivalutazione del mercato tra il 6 e l'8% nell'arco dei prossimi dodici mesi. Insomma siamo presenti di fronte a un settore e a un prodotto d'investimento molto interessanti.

A proposito di investimenti finanziari nel campo dell'immobiliare, sembra di capire che almeno per il momento l'ampliamento dei Pir anche al settore immobiliare non è stato accolto con grande interesse dagli investitori. Perché?

Noi come gestore belga non facciamo Pir, ma anche guardando al mercato in generale va considerato che a Piazza Affari ci sono solo pochissime società dell'immobiliare e quasi tutte sono caratterizzate da una capitalizzazione molto ridotta che le tiene lontane dal mirino dei gestori di fondi.

Andrea Boggio, Head of Italy Jupiter

La Sri è uno dei temi più caldi del momento. Voi avete il fondo europeo più longevo del settore, quindi avete una grande expertise negli investimenti socialmente responsabile. A che punto è lo sviluppo del settore?

Gli atteggiamenti sono molto diversificati, si va da chi guarda quasi solo al rendimento per l'investitore finale e chi si concentra solo sulla filantropia, sulla capacità cioè di distribuire i benefici. Noi ci poniamo a metà strada, nel segmento dell'impact investing, che guarda all'impronta responsabile delle aziende in portafoglio, pensiamo ad esempio alle iniziative per combattere la scarsità di acqua o di energia, ma senza rinunciare all'obiettivo del rendimento.

Attualmente vi sono titoli italiani nei vostri portafogli Sri?

Ci sono alcune aziende monitorate dato che vi sono delle realtà interessanti su questo fronte.

Chiudiamo con due battute su di voi: su quali strategie puntate per crescere in Italia?

Siamo partiti puntando sui fund buyer, ma da quasi un anno siamo molto più capillari anche sulla distribuzione retail, grazie anche a una serie di accordi stretti con le reti distributive. Con la Mifid 2 le reti si stanno parzialmente chiudendo, ma a nostro avviso lo spazio non mancherà per chi ha prodotti di qualità.

Angelo Meda, Responsabile azionario di Banor Sim

Sui mercati azionari è tornata la volatilità: quali sono le vostre aree e i settori preferiti?

Abbiamo avuto un 2017 caratterizzato da una volatilità particolarmente contenuta, con appena otto sedute sopra il + o il – 1%, mentre nel 2018 dopo soli tre mesi siamo già a quota 21. Questo significa che diventa sempre più decisiva la scelta dei singoli titoli da inserire all'interno dei portafogli. In questo momento guardiamo con interesse soprattutto al settore dell'energia e alle utility. Abbiamo anche qualche titolo industriale, ma con un'attenta selezione. In Italia ci piacciono soprattutto Snam e Terna che rendono a livello di dividendo intorno al 5%. In Europa ci piace in particolare E.On. Sul fronte energy ci piacciono Enel, Saipem e Royal Dutch a Total, solo per citare alcuni titoli.

Le banche invece?

Restano il settore più chiacchierato. Si muovono più su notizie macro, che sui fondamentali aziendali. Si tratta di un comparto volatile, in questa fase preferiamo l'investimento in realtà solide.

Carlo Benetti, GAM (Italia) Sgr

Il primo trimestre dell'anno ha evidenziato un ritorno della volatilità sui mercati finanziari. Cosa attendersi nei mesi a venire?

Rispetto al 2017 dobbiamo fare i conti con due novità: il comportamento delle banche centrali è diventato meno prevedibile e lo sarà sempre meno alla luce della piena occupazione raggiunta in tanti Paesi occidentali dagli Usa al Giappone, al Nord Europa. Se accelerasse l'inflazione, le banche centrali sarebbero costrette ad accelerare sulla strada dei rialzi dei tassi.

La seconda novità?

Le tensioni geopolitiche innescate da una possibile guerra commerciale.

A livello di asset class dove vanno le vostre preferenze al momento?

Occorre distinguere i segnali dai rumori di fondo. La crescita economica rimane forte e sincronizzata per cui confermiamo la preferenza alle azioni, con un sottopeso dei bond accompagnato da una maggiore esposizione verso investimenti alternativi, indipendenti dalle altre asset class.

Cristiano Busnardo, country head Italy Old Mutual Global Investors

La Mifid 2 è stata annunciata come una rivoluzione: quando si vedranno i primi effetti significati e come vi siete attrezzati come società per cogliere i cambiamenti del mercato?

Come società da tempo abbiamo adottato i cambiamenti necessari. Occorre offrire soluzioni trasparenti con una qualità che giustifichi il prezzo. In questo senso la nuova normativa è positiva per fare chiarezza nel mercato. Abbiamo molti fondi sopra benchmark e quindi siamo pienamente in linea con i principi Mifid 2.

Cosa attendersi dai mercati nel secondo trimestre?

Ci aspettiamo un incremento dei tassi, legato alle aspettative di inflazione, graduale. Se invece vi fosse una fiammata dei prezzi, la politica monetaria diventerebbe più impattante. Dunque il mercato obbligazionario va affrontato con attenzione, nel caso anche andando short. Quanto all'equity non abbiamo una struttura centralizzata: il nostro team di global equities investe con una logica di non prevedere, ma reagire all'evoluzione del mercato. Questo ci consente di essere flessibili, quindi per tutte le stagioni.

Davide Renzulli, head of advisory Italia Columbia Threadneedle Investments

La tecnologia sta cambiando il settore della finanza. Come?

Si tratta di un settore che ha dato grandi soddisfazioni agli investitori negli ultimi 12-18 mesi e che a nostro avviso può riservarne ancora. Abbiamo un fondo azionario globale che punta in particolare sul settore dei software e in quello dei semiconduttori. Quindi qualcosa di diverso rispetto ad altri fondi presenti sul mercato. È un fondo a gestione attiva, che secondo noi è fondamentale per individuare le migliori aziende e seguire i cicli di mercato.

A suo avviso si è esaurita la fase Toro sui mercati. Investire in tecnologia può essere una risposta?

Aiuta senza dubbio a diversificare il portafoglio. A nostro avviso il 2018 sarà sicuramente più volatile, ma non dimentichiamo che l'economia mondiale crescita e anche gli utili aziendali continuiamo a migliorare. Per queste ragioni preferiamo l'azionario come asset class, l'Europa e il Giappone come aree geografiche.

Donato Giannico, country head Italia Raiffeisen Capital Management

In questo periodo si fa un gran parlare degli investimenti responsabili. Mettiamoci nei panni dell'investitore: come fa a riconoscere la qualità?

Effettivamente non è facile, dato che non esiste uno standard a livello nazionale o internazionale, ancora oggi si fa tanta confusione tra investimenti etici e responsabili. Non siamo di fronte a una moda, ma serve una maggiore cultura finanziaria per aiutare il cliente finale e garantire una scelta consapevole da parte sua.

Ad esempio occorre sottolineare che gli investimenti responsabili, proprio per questa loro caratteristica, sono tendenzialmente meno rischiosi. Questo perché si rischia meno.

Avete prodotti ad hoc nel settore?

Nasciamo con la logica del microcredito, quindi abbiamo sposato dall'inizio questa logica. Abbiamo otto prodotti, differenziati tra azionari, obbligazionari e bilanciati che coprono tutto lo spettro del mercato. Stiamo facendo molta analisi per migliorare continuamente i nostri processi e progettare nuovi investimenti in ambito sostenibile.

Elena Bossola, head of third party distribution Edmond de Rothshild AM

Con i tassi in rialzo negli Stati Uniti e destinati prima o poi a salire anche nell'Eurozona, diventa complicato generare rendimento attraverso i bond. Come muoversi su questo fronte, considerato che una quota di obbligazioni non può mancare all'interno dei portafogli?

In effetti si tratta dell'asset class più importante nei portafogli degli italiani e quella da cui non ci si aspettano perdite. A nostro avviso se il rialzo dei tassi sarà graduale non vi saranno grossi problemi, dato che il mercato ha già scontato questa eventualità. Lo scenario cambierebbe in caso di accelerazione nella crescita dei prezzi al consumo. È necessario gestire attivamente questa class, andando alla ricerca di volta in volta delle opportunità.

In Italia c'è ancora valore e dove?

A nostro avviso c'è valore nei subordinati finanziari. Si tratta di titoli con una certa componente di rischio, ma va considerato che gli istituti di credito in questi ultimi tempi hanno fatto una grande pulizia nei bilanci.

Insomma il fai da te può essere pericoloso?

Oggi più che mai, dato il rialzo dei tassi in arrivo.

Gianluca Maione, country head italy investec asset management limited

Al Salone del Risparmio vi siete soffermati sul legame tra sport e finanza. Perché?

Siamo nati nel 1991 in Sud Africa e siamo legati a queste origini, compreso lo sport tanto diffuso in quel Paese. Abbiamo visto un parallelismo tra il rugby, le sue regole, la sua disciplina e il lavoro che facciamo noi. Siamo un asset manager con 150 miliardi in gestione a livello worldwide, ma solo uno in Italia. Vogliamo crescere tanto e vediamo segnali importanti su questo fronte.

La Mifid 2 cosa cambia per voi?

Offre soprattutto opportunità più che costituire una minaccia. Spinge a creare partnership di lungo termine.




Questo articolo, con le videointerviste, è presente su REview di questa settimana. Leggi gratuitamente il numero completo!

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi