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21 Aprile 2015

Meno 10 giorni al via ma Expo insiste, finiremo tutto e rimarremo nel budget

di Elisa Barchetta

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Conto alla rovescia per l’apertura dell’Esposizione universale 2015 di Milano, che verrà inaugurata il primo maggio, e la società a cui fa capo Expo continua a ribadire che i lavori saranno completati.

E’ infatti proprio il commissario unico, Giuseppe Sala, ad affermare per l'ennesima volta ieri in conferenza stampa che “C’è la legittima speranza che tutti i Padiglioni dei Paesi siano in condizione di essere aperti per l’inaugurazione, ma siamo in corsa” per poi aggiungere “Anche con i costi extra, richiesti da alcuni degli appaltatori, saremo nel budget”.

Ma stando alle dichiarazioni dei primi di aprile solo per il Padiglione Italia i costi sono già lievitati dai 63 mln di euro previsti dal Governo ai 92 mln di euro soltanto per costruzione e allestimento del Padiglione che rappresenterà il nostro Paese. Sala aveva fatto sapere che le spese aggiuntive sarebbero state coperte dagli sponsor, ma ci si chiede a questo punto come sia possibile rientrare nel budget previsto se le richieste di sforare dallo stesso arrivano da diverse aziende impegnate nella realizzazione dell’intero cantiere. E' inoltre inevitabile che i costi aumenteranno ancora per rendere il cantiere uno spazio visibile al pubblico.

E in effetti sulla questione extra-costi lo stesso Sala ha dovuto chiarire: “Si sta lavorando per arrivare a un accordo con le aziende, soprattutto Cmc e Italiana costruzioni, che sono più avanti con i lavori; della questione si stanno inoltre occupando Anac e Avvocatura dello Stato”.

Resta inoltre il dubbio sugli oltre 70 padiglioni presenti sul sito espositivo: almeno tre o quattro potrebbero aprire dopo l’inaugurazione. Questo nonostante le rassicurazioni del commissario unico: “Negli ultimi giorni, con in cantiere 7.500 operai" - che come è ormai noto lavorano giorno e notte - "e il numero è in aumento, c’è stata una ulteriore accelerazione e anche i Paesi più in ritardo come Estonia, Russia, Turchia e Nepal hanno dato mostra di una grande capacità di recupero. I progressi del cantiere e l’accelerazione dei Paesi più in ritardo fanno ben sperare e siamo convinti che tutti i padiglioni saranno fruibili ai visitatori”.

Ma se così fosse non ci sarebbe stata perplessità sullo stato dei lavori già dalla metà del mese di aprile 2015 in cui il cantiere risultava ancora circondato da gru e a terra solo polvere, sabbia, tubi, cavi e materiale ancora da montare. Il lavoro da fare sembra quindi ancora moltissimo, sebbene diversi Paesi abbiano completato la costruzione dei propri Padiglioni come Francia, Cina e Repubblica Ceca.

Per quanto riguarda Padiglione Italia, la Italcementi ha inviato un tweet annunciando che “l’ultimo pannello in cemento biodinamico è stato montato e la struttura esterna è ora completa”, perciò la parte espositiva sarà comunque aperta al pubblico. Ora si sta lavorando alle asfaltature, che dovrebbero terminare entro l’ultima settimana di aprile. Rimane il fatto che per i ritardi accumulati nei lavori i collaudi previsti per garantire la sicurezza dei Padiglioni non verranno effettuati.

Ma gli interni a che punto sono?

E’ lecito domandarselo visto che risultano ancora in fase di completamento il Cardo, per cui lo stesso Sala aveva ammesso problemi, cioè la via su cui si trovano gli altri edifici del Padiglione Italia e gli spazi di Regione Lombardia e la mostra di Confindustria, e in generale tutte le strutture interne dove ci sono solette, pareti e travi ma mancherebbero ancora tutte le finiture per rendere effettivamente fruibile l’intera struttura. A questo si aggiunge anche la situazione esterna che settimana scorsa risultava ancora incompleta, dove sorge l’Albero della Vita, completato, certo, ma contornato da cemento dove invece dovrebbero già esserci specchi d’acqua, alberi e verde.

A pochi giorni dall’inaugurazione poi risultano ancora da completare le famose vie d’acqua, la piastra e la rimozione delle interferenze, che peseranno per oltre 110 mln di euro extra.

Sul punto, sempre ieri davanti alla stampa,  Sala ha ribadito: “Il ‘camouflage’ non è un modo per nascondere padiglioni non finiti, ma di abbellire elementi di servizio, come le centraline; se alcune finiture saranno completate successivamente si tratterà comunque di piccole cose non percepibili dai visitatori”.

La parola passa ora ai visitatori di Expo, che portranno a brevissimo verificare con i proprio occhi quanto di quello che è stato promesso sarà stato realizzato.

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana: Lendlease: MIND continua a crescere con i cantieri di WestGat