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15 Novembre 2019

Lombardia, legge rigenerazione urbana: ecco tutte le novità

di Business Unit Real Estate Chiomenti

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Il Consiglio Regionale della Lombardia nella seduta dello scorso 12 novembre ha approvato una nuova legge regionale in materia di rigenerazione urbana.

La nuova legge regionale introduce le “misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente.
modifiche e integrazioni alla legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e ad altre leggi regionali” e persegue la finalità di affrontare in modo sistemico il grave problema dei centri abitati degradati, oltre che degli edifici agricoli e rurali abbandonati, pone i presupposti per tentare di risolvere anche questioni di carattere sociale.

Le disposizioni si pongono l’obiettivo di risanare singole case o porzioni di quartieri, realizzando iniziative di rigenerazione con ricadute positive su abitabilità e attrattività dei centri abitati
(anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché sul piano della sicurezza e della vivibilità urbana. Viene incoraggiata la trasformazione di aree con spazi verdi, servizi e infrastrutture. I progetti dovranno rientrare nelle previsioni dei piani territoriali, rispettando la già operante legge sul consumo del suolo e dovranno essere in armonia con la carta di consumo del suolo che i Comuni dovranno realizzare (una sorta di censimento degli immobili abbandonati o dismessi da aggiornare annualmente a cura dei Comuni).

La Regione assumerà un ruolo di regia e coordinerà le operazioni, lasciando il potere di dare il via all’iniziativa ai privati proprietari e ai Comuni. I primi potranno segnalare situazioni di particolare criticità (edifici fatiscenti e non abitati da almeno cinque anni), mentre i secondi potranno vagliare le istanze e inserire il progetto di recupero negli appositi piani annuali. Il privato che non dovesse procedere nei tempi dati a fronte di un progetto di rigenerazione che risolva problemi di sicurezza o di degrado, potrà essere destinatario di penali, fino all’esproprio nei casi più gravi.

Tra gli incentivi è previsto uno sconto fino al 60% sugli oneri di urbanizzazione e la possibilità di incrementi delle volumetrie fino al 20%, a fronte di una serie di prescrizioni che comporteranno, in sostanza, il miglioramento delle condizioni degli edifici dal punto di vista energetico e della sicurezza. Altro obiettivo che la legge si prefigge di raggiungere è costituito
dalla lotta alla burocrazia, per garantire agli investitori tempi certi per la realizzazione degli interventi una volta dichiarato (attraverso perizia giurata e asseverata) lo stato di degrado di un immobile.

La norma finanziaria prevede un primo stanziamento iniziale di due milioni di euro, che serviranno per promuovere soprattutto i censimenti comunali. Poi si procederà con piani annuali cui concorreranno le risorse statali e regionali per somme da definire in base alle necessità.
Tra le novità della legge regionale che è stata approvata, rispetto alla bozza di progetto di legge che era stata diffusa nelle scorse settimane, si segnalano i seguenti emendamenti:

- il bonus volumetrico previsto per interventi di rigenerazione urbana non sarà più calcolato sulla base della superficie esistente, ma dell’indice di edificabilità previsto dal PGT, in quanto più rispettoso delle scelte pianificatorie comunali;

- l’intervento di recupero non deve interferire o in qualche modo andare a discapito dell’attività agricola già esistente;

- i Comuni con popolazione non superiore ai ventimila abitanti potranno mediante delibera di Consiglio comunale, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, individuare gli ambiti e le aree del territorio alle quali non si applicano gli incentivi e le deroghe introdotte da questa stessa legge;

- dalle novità e dai bonus introdotti da questa legge regionale sono esclusi non più solamente i recuperi finalizzati alle grandi strutture di vendita, ma anche alle attività di logistica e autotrasporto incidenti su una superficie territoriale superiore ai 5mila metri quadrati e alle attività insalubri.

Si segnala, inoltre, la disposizione secondo cui, per gli interventi nell’ambito della logistica che saranno effettuati al di fuori delle aree interessate da rigenerazione urbana, è previsto un
aumento del 50% degli oneri. Inoltre, per gli interventi che prevedono movimenti di terra e eventuali operazioni di bonifica, è previsto “l’utilizzo di metodiche, protocolli e tecnologie innovative per il tracciamento dei rifiuti e dei sottoprodotti di cantiere, nonché l’assunzione di sistemi interni di valutazione dei subappaltatori e meccanismi di sicurezza sul lavoro”.

Le disposizioni e le agevolazioni della legge si applicheranno agli immobili in stato abbandonato da almeno cinque anni (e non più da tre anni come inizialmente previsto) e al fine di beneficiare delle agevolazioni previste è concesso al proprietario un arco di tempo massimo di dieci anni per poter avviare interventi di rigenerazione e ottenere le premialità previste.

Con un successivo regolamento regionale dovranno poi essere stabiliti i criteri di riferimento per attribuire ai Comuni la possibilità di modulare gli incrementi volumetrici per interventi sul patrimonio edilizio esistente, tenendo conto di specifiche situazioni territoriali.

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