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21 Settembre 2018

La scuola senza fondazioni: Dettori, ma quale malaedilizia

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Eccoci qui a commentare l’ennesimo episodio di “malaedilizia” del Paese.

Molto strano che accadano in Italia queste cose, non vi pare? Pittoresco!....

Abbiamo il CIPE, la Corte dei Conti, L’ANAC, il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, il Provveditorato, il Genio Civile, il Codice appalti, le norme tecniche, ecc. ecc. ecc.……

Eppure in queste pieghe, dove le parti documentali, amministrative, burocratiche e cartacee, si compongono di tasselli spesso inutili alle fondazioni e ai solai di quella scuola, si annidano la corruzione, la mancanza di controlli tecnici, la leggerezza dei collaudi.

Il provvidenziale intervento dei Carabinieri è valso, per questa volta, a evitare i rischi che i nostri figli crescano culturalmente e anagraficamente in luoghi insicuri o pericolosi.

Eppure le fondazioni e i solai non si fanno in un giorno! Tutta la produzione edilizia è controllabile, sul campo, e oggi, addirittura, se si vuole, in remoto.

Certo siamo di fronte ad un caso eccezionale e patologico che giustamente va represso e sradicato.

Ma resta da comprendere se è corretto un modello come il nostro, con una struttura pubblica che si consolida sul piano del controllo amministrativo in qualsiasi passaggio che porta alla realizzazione di un’opera, tranne che il controllo sul campo, quello tecnico, in cantiere.

Quando si parla di riforma di Codice Appalti e dell’impianto normativo e amministrativo che viaggia attorno a quel regolamento, qualcuno ancora oggi denuncia che la categoria che rappresentiamo sia un manipolo di nostalgici che vuole tornare alla revisione prezzi, alle perizie supplettive, al contenzioso. In parte, purtroppo, è così. Sappiamo bene i peccati che la nostra categoria deve espiare per ripulirsi la coscienza.

Poniamoci però anche il ragionevole dubbio se una struttura amministrativa apparentemente così blindata, non sia diventata una sovrastruttura effettivamente utile ai cittadini, che invece avrebbero solo bisogno che alle montagne di carte che compongono un contratto di appalto con la pubblica amministrazione, non si sostituisse uno staff di tecnici che non consento le derive, reprimendo drasticamente il rischio dell’incolumità delle persone.

Soprattutto se, questi effetti, vengono svelati a lavori praticamente ultimati, ma con un contratto di appalto, bolli, allegati e paginette, certamente irreprensibili, come saranno state certificate prima da tutti gli enti coinvolti a monte, nella procedura di gara.

Mettiamo al primo posto la crescita e la sicurezza dei cittadini e abbiamo il coraggio di prendere una pagina bianca e riscrivere il nostro futuro.

Non vorremmo altri ponti o scuole che siano la tomba di altri sfortunati e dello Stato. 

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