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10 Agosto 2018

La rassegna stampa del 10 agosto 2018

di G.I.

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“La prima volta che si parlò di Provincia più cementificata d’Italia era l’agosto del 2012. Fra le pieghe del Piano territoriale di coordinamento che la vecchia giunta provinciale aveva appena varato era emerso che la verde Brianza si mangiava 4 mila metri quadrati di territorio al giorno, l’equivalente di 12 campi da tennis. Oggi, a distanza di sei anni, la situazione non è cambiata. L’ultimo rilevamento di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, relativo al 2017, ha confermato in pieno la tendenza: la Brianza continua a essere la Provincia con la percentuale di suolo artificiale più alta, con il 41% di suolo consumato in rapporto alla superficie provinciale e 35 ettari in più consumati nel 2017”. Così scrive il Corriere della Sera, dorso milanese, a pagina 7 sottolineando che a livello nazionale le cose non vanno meglio. 

La fotografia scattata da Ispra mette in evidenza un consumo di suolo che sembra inarrestabile: secondo la ricerca nell’anno passato le nuove colate di cemento hanno interessato ben 54 chilometri quadrati di territorio. In media, circa 15 ettari al giorno. Nel 2017, in 15 regioni è stato superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale più elevato in Lombardia, seguita da Veneto, Emilia e Friuli. La Lombardia detiene il primato anche in termini assoluti, superando quest’anno i 310 mila ettari del suo territorio coperto artificialmente (il 13,4% delle aree artificiali italiane è in questa regione), contro i 9,5 mila ettari della Valle D’Aosta, unica rimasta sotto la soglia del 3%.

Le zone più colpite sono le pianure del settentrione, dove si concentrano le principali aree metropolitane, e l’asse toscano tra Firenze e Pisa. E in questo quadro di progressiva cementificazione, primeggia appunto la Brianza, dove la maglia nera della città più costruita d’Italia spetta a Lissone, con il 71,31% di territorio occupato, seguito da Sesto San Giovanni (67%) e Cusano Milanino (64%), mentre più staccate sono Milano (32%) e Varese (22%). 

Buttato fuori a calci dalla sua stessa casa, con un figlio morto misteriosamente, e costretto a vagabondare per undici anni dopo che i Casamonica si erano presi con la violenza il suo appartamento e lo avevano trasformato in un privè, luogo dei festini del boss Guerino. Ma di fronte alla tenacia del 74enne Ernesto Sanità, ora anche il potente clan di Roma ha dovuto cedere: l'anziano oggi è rientrato nella sua abitazione, un alloggio popolare, dopo aver vinto una battaglia che non ha mai smesso di combattere.  Lo scrive il Corriere della Sera Roma a pagina 1.

La stessa notizia é riportata da Il Messaggero a pagine 36 che racconta come i Casamonica entrarono nella sua casa, di edilizia popolare e della quale Ernesto era legittimo assegnatario. Poi la denuncia agli aguzzini in commissariato. Una denuncia regolarmente protocollata ma, come ricostruito poi dagli accertamenti, mai trasmessa in procura. Poi la lettera all'Ater, l'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale a Roma, che si è adoperata per superare cavilli e procedure burocratiche. Infine il sequestro della casa da parte dei carabinieri lo scorso luglio, nel corso della maxi operazione "Gramigna" contro la cosca romana, e oggi la riconsegna al legittimo assegnatario. 

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