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10 Settembre 2015

L'Europa boccia la bad bank italiana salva mutui

di Cristina Giua

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Il Governo Renzi riapre la partita della bad bank salva crediti deteriorti, lasciata in stand by dalla scorsa primavera.

Ma Bruxelles mette subito in guardia Roma: la creazione di un veicolo societario, munito di garanzia pubblica e che si prenda la briga di comprare dalle banche i crediti tossici o problematici - tra cui i mutui per finanziare casa hanno un peso e un ruolo di primissimo piano - deve per forza comportare la ristrutturazione delle banche beneficiate, a maggior ragione nel caso in cui il progetto in questione preveda l'erogazione di aiuti di Stato.

Un problema in più per per il ministro dell'Economia Padoan, che pochi giorni fa – davanti alla platea di imprenditori ed economisti, radunati al forum di Cernobbio - ha ribadito le intenzioni dell'esecutivo di risolvere la questione dei crediti tossici in pancia agli istituti).

Ci sono buone notizia a questo proposito da parte di Bankitalia che assicura: le sofferenza del sistema bancario sono in leggera diminuzione, anche se, più si aspetta, più la tenuta del sistema è messa a dura prova.

L'iniziativa italiana di una bad bank invece – secondo il parere espresso dalla Commissione Europea - non solo è orientata a far sostenere il peso finanziario di una operazione del genere sui soldi pubblici, ma sarebbe ad alto rischio di bail-in, ossia una perdita per azionisti e detentori dei bond della banca beneficiata.

Un caso sulla scia insomma di quello del crac della banca austriaca Heta di marzo scorso, che Bruxelles non vuole replicare, né tantomeno avallare.

In gioco ci sono i soldi dei contribuenti, che non andrebbero spesi per riparare i danni causati da una cattiva gestione da parte delle banche, senza un piano radicale.

Senza un cambio di rotta, infatti, il collo di bottiglia – ammesso che la bad bank basti a bypassarlo – potrebbe riformarsi all'infinito, sempre sulle spalle dei cittadini che pagano le tasse.

"La bad bank può essere realizzata con o senza aiuti di Stato – ha precisato questa mattina il commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, nel corso di un'audizione al Parlamento Europeo - . Spetta all'Italia scegliere le modalità.

Ma dal momento in cui viene istituita una bad bank, che darà vantaggi a determinate banche, occorre imporre la condizione della ristrutturazione degli istituti stessi, perché si stanno utilizzando i soldi dei contribuenti".

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