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15 Gennaio 2016

Infrastrutture, la Cina continua a investire in tutto il mondo

di red

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Il colosso di Stato China Railway Construction Corp., tramite la controllata China Railway 11th Bureau Group, ha siglato un accordo per investire nel progetto da 6 miliardi di yuan (910 milioni di dollari) per la realizzazione di una ferrovia ad alta velocità nella città di Zunyi, nella provincia cinese del Guizhou. L’esborso è pari a 1,2 miliardi di yuan.

China Railway 11th Bureau Group sarà partner di Zunyi City Railway Construction Investment per la progettazione e i lavori di costruzione relativi al progetto High-Speed Railway New Town Construction.

Ma non sono solo le varie provincie dell’immensa nazione che Pechino vuole connettere: il Partito Comunista punta ai collegamenti globalizzati. Solo nelle ultime settimane, ad esempio, i cinesi hanno messo le mani su due importanti infrastrutture. La compagnia di Stato Cosco è infatti l'unica società ad aver avanzato un'offerta vincolante per l'acquisizione del porto più grande della Grecia, il Porto del Pireo. In questo modo Pechino piazzerebbe, e controllerebbe, un altro tassello nella via della seta dall’Europa all’Asia.

Tornando invece al trasporto su ferro, il Ministero delle Infrastrutture del Senegal e la CRCC hanno stretto un accordo che prevede un finanziamento di un miliardo di euro per la risistemazione del sistema ferroviario locale, per l'esattezza della linea Dakar-Kidira e per una durata dei lavori di 4 anni. In Africa i cinesi sta lavorando anche ad un altro progetto, questa volta di tipo transcontinentale. Un collegamento su rotaie che colleghi l’Oceano Atlantico a quello Indiano passando per Angola, Repubblica Democratica del Congo, Zambia e Tanzania. L’allacciamento che attraversa Zambia e Tanzania era stato completato dai cinesi negli anni settanta. Il pezzo dell’Angola di 1.344 chilometri è stato completato alla cifra di 1,83 miliardi di dollari a carico del Governo del Paese africano che si è potuto permettere l’esborso grazie alle esportazioni di petrolio proprio verso la Cina. Manca solo il Congo, di cui però sono noti i problemi politici.

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