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2 Marzo 2015

In Umbria cedolare secca più vantaggiosa

di C.G.

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"In tutti i Comuni umbri è possibile stipulare contratti di locazione a canone concordato applicando un'aliquota più bassa della cedolare secca, con sgravi fiscali significativi”. Lo ha annunciato l'assessore regionale alle Politiche abitative, Stefano Vinti, illustrando il provvedimento.

Ha quindi evidenziato che la Giunta regionale dell'Umbria "ha attestato la possibilità di applicare in tutto il territorio regionale la disposizione contenuta nella legge 80/2014, per le misure urgenti per l'emergenza abitativa, cioè che la riduzione al 10% della cedolare secca il regime di tassazione sulle locazioni che può essere scelto dal contribuente in sostituzione delle altre forma del prelievo fiscale, si applichi anche ai contratti di affitto a canone concordato stipulati nei Comuni per i quali sia stato deliberato lo stato di emergenza a seguito di eventi calamitosi nei cinque anni precedenti all'entrata in vigore della legge".

L'Umbria è stata colpita in questi ultimi anni da diverse calamità, quali il terremoto del 2009 e gli eventi alluvionali del novembre 2012, che hanno interessato solo parti del territorio.

Il 2012 è stato anche l'anno della grave crisi idrica che ha portato alla dichiarazione da parte del presidente del Consiglio dei Ministri dello stato di emergenza in tutto il territorio regionale.

Il territorio regionale soddisfa il requisito richiesto dalla normativa nazionale e in tutti i Comuni possono essere stipulati contratti di locazione a canone concordato applicando il regime fiscale della cedolare secca al 10 per cento.

Una riduzione che finora era possibile solo nei dodici Comuni umbri ad alta tensione abitativa e che ora, sempre per il periodo 2014-2017, può interessare tutte le 53.525 famiglie umbre che, secondo il censimento Istat 2011, abitano in un appartamento in affitto e decine di migliaia di proprietari. 

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