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24 Febbraio 2020

Il Coronavirus attacca la Borsa di Milano e colpisce anche i titoli del real estate

di G.I.

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Era dalla Brexit che non si vedevano cali così marcati in chiusura per Piazza Affari. L'indice Ftse Mib, così come quelli sulle mid e small cap, è arrivato a cedere oltre il 6 per cento nel corso della giornata a seguito dell'aggravarsi repentino dei contagi da coronavirus in Italia, con conseguenti timori per l'economia italiana e in generale per quella globale. In chiusura il Ftse Mib ha ceduto il 5,43% a quota 23.427 punti, segnando la settima peggior seduta degli ultimi 10 anni. L'Europa fa lo stesso con un -4% nelle Piazze principali, e la paura di una pandemia contagia anche New York, -3%. Le borse europee bruciano circa 350 miliardi. Lo Stoxx 600, un indice azionario composto da 600 fra grandi, medie e piccole imprese di 17 Paesi, ha perso il 3,79%. Londra arretra del 3,34% a 7.146 punti. Francoforte cede il 4,01% a 13.035 punti e Parigi il 3,94% a 5.791 punti. 

Se si esclude il tracollo del 12% post-referendum sulla Brexit del giugno 2016, era da più di quattro anni che l'indice italiano non indietreggiava così tanto in una sola seduta. Ed effetti pesanti si sono registrati sul fronte dei titoli pubblici con lo spread tra Btp e Bund salito a 145 punti, con il rendimento del decennale italiano tornato a ridosso dell'1%.

Settore del credito tra i più colpiti.Tra le banche registrati infatti cali del 6,55% per UBI Banca, -6,64% Banco BPM e-5,75% Intesa Sanpaolo. Ha limitato i cali Unicredit (-4,12%). A smorzare in parte le vendite è la conferma da parte di Jean Pierre Mustier che resterà alla guida di UniCredit.

Peggio hanno fatto i testimonial del lusso con quasi -9% per Salvatore Ferragamo. Il titolo peggiore è stata la Juventus con -11,83% complice la prospettiva che tutte le prossime partite previste nelle regioni sottoposte al blocco delle manifestazioni sportive, a seguito dell'emergenza coronavirus, vengano disputate a porte chiuse. Minori spostamenti a causa del Coronavirus hanno fortemente penalizzato Autogrill (-12,74%), presente con punti di ristoro in strade, autostrade, porti e aeroporti, e anche un colosso della ristorazione commerciale come Marr (-7,79%). ENI, il secondo titolo di maggior peso di tutto il Ftse Mib, ha segnato un calo del 4,67% a 12,076 euro. Si tratta dei nuovi minimi dal 2016 per il titolo del colosso petrolifero. Tim ha provato a tenere con un calo del 3,9% mentre tra i titoli a minore capitalizzazione Risanamento è scivolato del 15% e Unieuro del 14%. Male anche per Aedes che ha perso l'8,12%, Restart che ha chiuso a -8,51%, Dea Capital a -6,20%, Igd Siiq a -6,25%.

Le Borsa, a giudicare dal -6% raggiunto a Milano, si prepara al peggiore degli scenari. L'Europa fa lo stesso. Citigroup stima un impatto forte sull'economia italiana in questo trimestre, anche se le misure d'emergenza dovessero fermarsi a questa settimana. Del resto "la probabilità che queste misure siano estese oltre la settimana è probabilmente abbastanza elevata, sulla base di quanto accaduto in Cina".

Se gran parte degli economisti ancora non si sbilancia, qualcuno ha già fatto qualche conto. Il colpo inferto al Pil italiano dalle misure di contenimento alle economie di Lombardia e Veneto, due regioni che da sole fanno un terzo dell'economia, in una stima prudente è fra lo 0,5% e l'1% nel trimestre. L'Upb stimava la scorsa settimana un +0,2%, che potrebbe rivelarsi ottimistico data l'emergenza nazionale del coronavirus. Di certo, un calo del Pil nel 2020 minerebbe alle fondamenta i conti della legge di bilancio su cui poggiano misure come il taglio del cuneo fiscale e dell'Irpef. Anche se l'emergenza darebbe all'Italia la possibilità di chiedere all'Ue la massima flessibilità. "Se non vediamo un rapido effetto a forma di V (calo del Pil e rapida ripresa, ndr) serve una decisione per agire in modo coordinato", ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Uno stimolo di bilancio a livello europeo, sempre che la Bce non sia costretta a rimettersi in gioco.

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