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18 Gennaio 2021

Pictet 2021: ottimismo per l'azionario. Pil oltre le stime, 5,8% (Report)

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Secondo il barometro di Pictet Asset Management, i vaccini contro il Covid-19 consentono di guardare oltre la pandemia e di concentrarsi sulla ripresa economica, sostenuta dagli ingenti piani di spesa fiscale d'emergenza.


 

Secondo Pictet, questo contesto macroeconomico favorevole rappresenta un impulso per gli utili societari e dovrebbe compensare la flessione dei multipli price-earning delle azioni causata dalla riduzione degli stimoli monetari.


 

Allo stesso tempo, per i prossimi 6 mesi rimane contenuto il rischio di un errore di politica monetaria o di un nuovo balzo dei rendimenti obbligazionari, come è accaduto nel 2013 quando la Federal Reserve statunitense ha deciso di ridurre il suo programma di acquisto di attività. Quindi, sebbene le valutazioni azionarie e il sentiment degli investitori siano entrambi insolitamente elevati, le prospettive di una correzione a breve termine paiono limitate. Per questi motivi Pictet ha deciso di portare le azioni da neutrali a sovrappesate e di ridurre la posizione sulla liquidità al sottopeso.


 

Gli indicatori del ciclo economico di Pictet sono positivi per gli asset più rischiosi. Ci si attende che la crescita economica del 2021 superi le aspettative attuali del mercato, al punto che Pictet prevede un'espansione del PIL reale globale del 5,8% quest'anno rispetto alle previsioni di consenso del 5,1%.


 

La situazione in Cina è particolarmente incoraggiante, con quasi tutti gli indicatori chiave dell’attività economica del Paese che viaggiano ben al di sopra dei livelli visti 12 mesi fa. In questo modo, a sua volta, contribuisce a sostenere il resto dell'Asia.


 

Pictet prevede inoltre un buon andamento per Stati Uniti e Giappone: il sostegno fiscale sarà significativo, mentre l'ondata invernale della pandemia non peserà in modo eccessivo su entrambe le economie.


 

Anche gli investimenti aziendali negli Stati Uniti dovrebbero salire, poiché le imprese, incoraggiate dai segnali di crescita della domanda, inizieranno a utilizzare la liquidità che hanno messo da parte negli ultimi mesi.

Le prospettive sono meno brillanti per l’Europa e il Regno Unito, anche se l’accordo sulla Brexit firmato alla fine del 2020 riduce parte dei rischi che minacciano la regione.

Per il momento, secondo Pictet, l’inflazione non dovrebbe destare preoccupazione, data l’elevata disoccupazione e considerato che la politica monetaria produce i suoi effetti con un certo ritardo. Le pressioni sui prezzi saranno più preoccupanti nel 2022.

Per approfondimenti leggere il Report allegato

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