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8 Dicembre 2018

Gli operatori asiatici sono pronti a investire in Italia (video)

di F.B.

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Come vede la situazione del mercato italiano, rispetto alla vostra visione globale?

Cromwell Property Group vede il mercato italiano con estremo interesse. Essendo un operatore europeo è impensabile ritenere che non ci potesse essere una presenza sul territorio italiano. Siamo operativi in Italia da meno di un anno, da novembre 2017, attraverso l’operazione di acquisizione di un portafoglio da 415 milioni, alla quale poi sono seguite le acquisizioni di altri tre asset per lo stesso cliente. Il cliente è un RIT quotato a Singapore, che ha investito su un portafoglio diversificato a livello paneuropeo, all’interno del quale l’Italia pesa per il 30%, un peso molto importante e significativo. L’Italia rappresenta al giorno d’oggi, al di là delle turbolenze temporanee che possono avvenire in base ai governi che si susseguono nel tempo, rappresenta la terza economia all’interno dell’Unione Europea. I fondamentali restano stabili nonostante l’incertezza, con una volatilità nettamente inferiore a quella degli altri paesi. Noi abbiamo investito su un portafoglio diversificato dal punto di vista geografico e settoriale, con un occhio di riguardo alla solidità del conduttore. Il nostro portafoglio, che è orientato alla distribuzione di dividendi stabili nel tempo per i nostri investitori. Avevamo la necessità di non concentrarci unicamente su Milano, perché alla luce dell’eccesso di liquidità risultava una piazza un po’ troppo affollata, con rendimenti troppo complessi. Abbiamo quindi allargato l’orizzonte a città secondarie che ci hanno permesso di ottenere rendimenti in linea con le aspettative dell’investitore.

Come si muove la vostra società sul territorio?

Cromwell Property Group, società australiana quotata a Sidney, è entrata in Europa nel 2015 attraverso l’acquisizione di una piattaforma paneuropea. Ad oggi siamo presenti in 12 stati, abbiamo 200 collaboratori e 4 miliardi di massa gestita, ad oggi suddivisa nei diversi paesi. In Italia abbiamo una piattaforma di 8 colleghi e una massa gestita di circa 470 milioni distribuita su due mandati, uno value added e uno core/core plus.

Qual è lo scenario degli investimenti in Europa?

Per quanto riguarda lo scenario internazionale vediamo un grande interesse da parte degli investitori asiatici, che vogliono entrare o per la prima volta, o in seguito di investimenti già fatti, nel mercato immobiliare europeo. Da un lato perché i fondamentali dell’Europa sono visti ancora come solidi, dall’altro perché il real estate Europeo presenta una forte diversificazione per gli investitori asiatici. Le singole aree dell’Unione Europea con le loro differenze garantiscono un ulteriore fattore di diversificazione all’interno della macro area continentale. Ciò garantisce una protezione maggiore per gli investitori internazionali.

Come vedono l’italia gli investitori asiatici?

Gli investitori asiatici manifestano un forte interesse per il mercato italiano, perché il nostro Paese rappresenta un’economia non trascurabile all’interno del mercato europeo. Milano e Roma, sono piazze conosciute in tutto il mondo ed è inutile nascondere che i principali interventi si concentrano su queste due città, più conosciute ma anche più liquide. Da un lato c’è un grande interesse, ma si tratta di capire nel dettaglio i requirements dettati da questi investitori asiatici, non sempre facilmente soddisfabili. Questi investitori si concentrano su contratti di locazione che sono molto più lunghi dei contratti tipici del mercato italiano, è richiesta una durata residua di almeno 10 anni, con un conduttore quotato. All’interno di questi parametri stiamo cercando nuove opportunità. Di sicuro non è un periodo facile, sta a noi veicolare quanto più possibile un segnale positivo e spiegare perché ha ancora senso investire nelle piazze italiane.

Cosa si aspetta per il 2019?

Per il 2019 ci aspettiamo una risoluzione dell’incertezza che vediamo adesso regnare sul quadro politico italiano. Questo favorirebbe di sicuro lo sblocco di alcuni investimenti. Ci sono tanti soggetti che stanno guardando all’Italia, alcuni di questi sono un po’ spaventati. Dall’altro lato, con la soluzione dell’incertezza crediamo che ci possa essere un effetto positivo soprattutto per le banche: l’innalzamento dello spread ha generato un costo del debito più alto e una riduzione di disponibilità da parte delle banche finanziatrici. Nel 2019, stando alle prime statistiche, i volumi dovrebbero essere più bassi rispetto agli anni precedenti, ma sempre più alti rispetto alla media storica del mercato italiano. Il calo è dovuto non alla mancanza d’interesse da parte degli investitori quando a un’assenza di prodotto. In termini di asset class, crediamo che l’interessa si spossa spostare verso le piazze secondarie. A Milano il prodotto è tendenzialmente finito. Ci sarà un continuo interesse in uffici, logistica e una crescita più alta rispetto al passato per il settore hospitality.




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