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7 Giugno 2015

Dagospia attacca Paolo Messa (90mila euro l'anno di consulenza comunicazione dalla Invimit di Elisabetta Spitz). Ecco la risposta

di Redazione

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“Finmeccanica, presieduta da De Gennaro che pure è nel Centro Studi Americani, ha azzerato la sua pubblicità sul giornale che dirigo. Conosco Elisabetta Spitz da prima del mio incarico con il suo ex marito Follini, e comunque, anche senza conflitto di interessi, ho lasciato la mia consulenza per Invimit” scrive Paolo Messa, consulente per la comunicazione, ora anche per i fondi immobiliari pubblici della Invimit guidata da Elisabetta Spitz.

Questo l’articolo pubblicato da Dagospia

Continua Messa nella replica: Parto da Invimit, la società del Tesoro guidata dall'architetto Spitz e presso cui svolgo da alcuni mesi una attività di consulenza professionale in materia di comunicazione. Intanto, consentimi di informare che - anche dopo la nomina al Centro Studi Americani, sebbene non vi sia alcun conflitto di interessi ed essendo il CSA un ente morale per di più vigilato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale - ho rassegnato le dimissioni da quell'incarico.

Aggiungo che tale attività professionale mi era stata assegnata sulla base di una delibera votata all'unanimità dal CdA e che la mia conoscenza, stima e collaborazione con l'arch. Spitz precede temporalmente il periodo di impegno professionale con Follini. Associare il percorso curriculare dell'amministratore delegato di Invimit alla sua vita privata ed al fatto di essere stata moglie dell'ex segretario dell'Udc è, più in generale, una meschinità misogina che dovrebbe provocare indignazione nei lettori.

Personalmente, conosco e stimo entrambi e so che non c'erano interferenze da sposati e tanto meno queste sono immaginabili dopo il divorzio. Insomma, la narrazione opaca che è stata fatta mi sembra davvero frutto di una forzatura, temo non disinteressata. 

Quanto alla nomina nel CdA di Conai (l'unica che ho), consentimi di precisare che non mi è stata attribuita dal ministro Clini con cui ho collaborato. Risale infatti ad un anno fa ed è stata frutto di una indicazione congiunta dei ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente di questo governo, che ringrazio per la fiducia. 

La mia attività culturale ed editoriale è svolta - ed è un caso assai raro - senza il ricorso ad alcuna forma di finanziamento pubblico. Quanto al riferimento malizioso circa l'interesse per queste testate da parte dell'ing Moretti, amministratore delegato di Finmeccanica di cui è presidente la stessa persona che presiede il Centro Studi Americani, mi basti dire che il gruppo di piazza Monte Grappa ha in un caso totalmente cancellato l'investimento pubblicitario e nel secondo ridotto di oltre il 70%.

Anche in questo caso sarebbe sbagliata una lettura maliziosa al contrario e cioè di una decisione "contra personam". Vi è stato infatti un più generale e significativo taglio (anche) nel budget della comunicazione. Per un'azienda editoriale si tratta di una perdita secca nel breve periodo ma di una sfida nel medio per dimostrare di essere invece efficace rispetto alle strategie di comunicazione. Ed è una sfida che entrambe le riviste hanno accettato scegliendo di misurarsi sul mercato con un impegno ancora maggiore.

Infine, il Centro Studi Americani. Si tratta di un luogo splendido con quasi cento anni di storia. Non so se riuscirò a svolgere bene il ruolo di direttore e meritare il sostegno che mi è stato attribuito dal nuovo CdA. Sono certo invece che il board di questa istituzione è ragione di orgoglio. Non è una lobby o una grande "rete" come è stata descritta.

E' il segno dell'impegno pro-bono di numerose e qualificate personalità che hanno dato la disponibilità a dedicare un po' del loro tempo ad un ente morale senza scopo di lucro impegnato nella promozione culturale dei valori che sono alla base dell'amicizia e dell'alleanza con gli Stati Uniti d'America. Ridurre tutto ad un giochino di potere può essere anche divertente ma offende la realtà dei fatti che, almeno in questo caso, è assai migliore della fantasia.

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