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8 Aprile 2015

Corruzione: nasce il Manifesto dei buoni appalti

di E.B.

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Spesso in Italia al termine appalti si associa quello di corruzione.

Non a caso è stato chiamato Raffaele Cantone come presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) per vigilare sull’assegnazione delle gare e sulla realizzazione delle diverse opere pubbliche.

Ma su questo aspetto si sono mossi anche altri soggetti, come le sei principali associazioni del Facility management (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica): Afidamp (Associazione imprese italiane produttrici di macchine, attrezzature, accessori e prodotti chimici per la pulizia professionale), Anip Fise (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati della Federazione imprese di servizi), Assistal (Associazione nazionale costruttori di impianti, servizi di efficienza energetica ESCo e Facility management), Federlavoro servizi (Federazione di rappresentanza delle cooperative di produzione e lavoro di Confcooperative), Fnip (Federazione nazionale imprese di pulizia e servizi per l’ambiente multiservizi) e  Legacoop Servizi (Associazione nazionale delle cooperative di servizi aderenti a Legacoop).

Queste associazioni, rispondendo proprio all’invito di Cantone che ha chiesto alle imprese di contribuire al miglioramento del sistema normativo legato agli appalti pubblici, hanno presentato il proprio “Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici”.

Si tratta di un documento che raccoglie nove indicazioni e proposte concrete per ridare al settore dei servizi trasparenza, legalità, chiarezza, qualità del servizio reso e rispetto dei lavoratori. Lo scopo finale è quello di rendere più efficaci e meno permeabili a derive criminali gli appalti pubblici di servizi, evitando i diffusi fenomeni di illegalità e rendendo così più efficiente la spesa pubblica.

Questo documento rappresenta un passo importante per le imprese del settore dato che le attività di Facility management, anche nel quadro economico critico che l’Italia sta attraversando dal 2008, hanno confermato un trend di crescita continuo e costante.

Basti pensare che dal 2005 al 2012 il numero di imprese del settore è aumentato del 68%, passando da 27.399 unità a 46.027 (guadagnando un +10,4% solo nel 2012).

Anche dal punto di vista dell’occupazione, del Pil e del tasso di natalità delle imprese il settore ha visto una forte crescita (2,5 mln di occupati, oltre l’8% del Pil nazionale e +2,6% di imprese nate nel 2012). Dati in effetti completamente in controtendenza rispetto a quelli nazionali, dal momento che il totale delle imprese italiane ha visto una riduzione del 10% e il tasso di natalità delle imprese per quanto riguarda la media nazionale si assesta intorno al +0,6%.

Si tratta di numeri importanti che potrebbero avere ulteriore sviluppo se l’Italia adottasse politiche ad hoc per la riqualificazione del patrimonio pubblico in essere e se ci fosse un reale impegno per il green building, che potrebbe generare 400mila posti di lavoro e portare a un risparmio di 1,2 mld l’anno di spesa pubblica per i consumi energetici.

Il Manifesto è stato quindi lanciato, anche attraverso l’hashtag #ibuoniappalti, per affrontare le criticità di un settore in cui, secondo quanto afferma Lorenzo Mattioli, presidente Anip Fise e portavoce del Tavolo delle associazioni promotrici, “la crescita in termini occupazionali e di giro d’affari è ormai incontestabile, a ciò deve quindi seguire una specifica disciplina che tenga conto delle peculiarità del comparto, troppo spesso e a torto considerato meno strategico e rilevante del manifatturiero e delle costruzioni”.

Il primo e più importante dei nove punti identificati dalle associazioni nel Manifesto è il contrasto al principio del massimo ribasso, che vede gli appalti assegnati alle offerte più vantaggiose in termini economici, che troppo spesso rappresenta un finto risparmio per la Pubblica amministrazione e porta, in seguito, a una moltiplicazione dei costi nascondendo pratiche scorrette di subappalto, diffusione di lavoro nero e fenomeni di corruzione.

Le sei associazioni chiedono inoltre al Governo e al neo-ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio di porre maggiore attenzione al settore e di identificare un vice ministro che abbia una delega specifica ai Servizi, perché possa affrontare le diverse sfide e le problematiche del settore ma anche le possibilità di crescita dello stesso.

“Ci auguriamo che quanto prima tra gli slogan dell’Esecutivo si imponga anche #ibuoniappalti, una sfida alla quale vogliamo contribuire in modo rilevante” conclude Mattioli.

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