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21 Febbraio 2021

Confedilizia: Di enorme gravità la marcia indietro sugli sfratti

di Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia

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I quotidiani di oggi fanno proprio lo sconcerto di Confedilizia sul colpo di scena che ieri ha portato alla marcia indietro – all’ultimo secondo – sull’accordo con il quale la maggioranza aveva deciso di correggere la norma sul blocco degli sfratti contenuta nel decreto Milleproroghe.

L’intento del Parlamento era evidente. Di fronte alla palese insostenibilità (eccetto che da parte di qualche sindacato inquilini rimasto all’Ottocento) di una disposizione che portava a quasi un anno e mezzo il blocco di procedure spesso in essere da anni, si mirava ad almeno attenuare gli effetti di una misura in sé liberticida ed evidentemente incostituzionale.

L’emendamento concordato dalla maggioranza, in particolare, anticipava di tre mesi (al 31 marzo) il termine del blocco per tutte le procedure che nulla hanno a che fare con la pandemia e che vedono i proprietari già da anni in contenzioso, privi di reddito e senza la disponibilità dei loro immobili. E il termine del 31 marzo avrebbe comunque significato un anno di impossibilità di dare attuazione ai provvedimenti con i quali i giudici hanno ordinato la restituzione ai proprietari dei loro beni.

Separare le scadenze, peraltro, avrebbe avuto anche l’effetto di agevolare gli uffici giudiziari nella gestione di procedure che, quando si accumulano, non possono che creare problemi organizzativi.

Di fronte all’evidente equilibrio di questa impostazione, il Governo – tramite il Ministro D’Incà – ha chiesto il ritiro di tutti gli emendamenti, rimandando a un ordine del giorno “volto ad individuare una soluzione adeguata e condivisa”.

Per noi, la soluzione “adeguata e condivisa” – pur minimale rispetto al danno creato dal blocco degli sfratti – era quella indicata dalla maggioranza più ampia della storia repubblicana. Ciò che è accaduto, quindi, è di enorme gravità. Il Governo può spiegare la sua scelta ai cittadini che sta continuando a privare di un diritto garantito dalla Costituzione?

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