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15 Ottobre 2015

Comprare un castello: ecco quanto si paga di tasse in Italia, Spagna, Uk, Francia e Germania

di I.L.

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Una premessa d'obbligo: se l’Imu sulle prime case venisse abolita del tutto – prospettiva a cui il Governo Renzi sta lavorando con il varo della legge di Stabilità – in Italia cambierebbe il quadro anche di nicchie di mercato come quelle dei castelli, grazie al totale azzeramento di ogni imposta di proprietà.

Il portale LuxuryEstate.com ha analizzato la pressione fiscale che grava sui castelli in alcune delle principali nazioni europee (Spagna, Regno Unito, Francia e Germania), confrontandola con lo scenario che va delineandosi nel nostro Paese.

In Italia i castelli rientrano nella categoria catastale A9 (castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici) e, stando alla possibile riforma in vista, saranno quelli che più di ogni altro immobile beneficeranno dei tagli fiscali; se registrati come residenza principale del proprietario, si parla di circa 1.800 euro l’anno di riduzione sulle imposte.

Ad oggi la tassa è ancora in vigore e chi acquista un castello come prima casa non può beneficiare degli sgravi fiscali ai fini dell’Iva.

Se finora gli alti costi di manutenzione e la pressione fiscale hanno spinto le famiglie proprietarie a valutare seriamente opportunità di vendita ad acquirenti stranieri (al momento i principali interessati a questa nicchia particolare di prodotto immobiliare), con il taglio delle tasse, questa tendenza potrebbe invertirsi e il numero delle vendite.

La situazione fiscale è diversa per i castelli del Regno Unito, dove è più comune vengano questi utilizzati come abitazioni, essendo anche presenti in maggior numero e su tutto il territorio.

Per i costi di mantenimento, esistono delle società che aiutano i proprietari a sostenere le spese purché aprano al pubblico una parte delle loro dimore di interesse storico.

Ma comprare un castello nel Regno Unito non è un’impresa accessibile a tutti, dato che per gli acquirenti stranieri sono previste diverse imposte aggiuntive e la pressione fiscale su questo tipo di immobili non sembra tendere al ribasso, anzi: in Scozia, per esempio, la Land and Buildings Transaction Tax è salita da poco dal 7% al 12%.

Chi decide di comprare un castello in Spagna – spesso mettendo in conto importanti interventi di ristrutturazione - sa che il comune in cui si trova l’immobile riconosce il suo valore e lo dichiara monumento storico di interesse culturale: a questo punto scatta l’abolizione della tassa di proprietà.

Cambia la situazione in Francia, dove non esiste la categoria immobiliare “chateau” e, di conseguenza, i castelli sono equiparati a tutti gli altri immobili, portando i proprietari a spendere mediamente tra i 4.500 e gli 8.500 euro l’anno. 

La Germania riserva una pressione fiscale più ridotta a chi decide di vivere in uno dei meravigliosi castelli che si trovano sul suo territorio; qui le tasse sulla proprietà oscillano tra il 3,5% e il 5% del valore dell’immobile.

Se, però, il castello viene acquistato per uso privato, si applica un’IVA sulla compravendita pari al 19%. L’unico vantaggio, vista l’età dei castelli tedeschi, è l’esenzione dall’obbligo di redigere un certificato sulla prestazione energetica della dimora.

Quanto ai prezzi d'acquisto, castelli subiscono, chiaramente, delle forti oscillazioni sulla base delle loro dimensioni, ma anche e soprattutto dello stato di conservazione. In ogni caso, si parla di cifre che partono dal milione fino ad arrivare a 15-20 milioni di euro.

In Italia, Spagna e Regno Unito questo tipo di dimore è diffuso più o meno su tutto il territorio nazionale - va detto che, per l’Italia, Toscana e Umbria rimangono le regionicon la più alta offerta di castelli in vendita; mentre in Germania e Francia si concentrano solo in alcune aree. 

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