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12 Dicembre 2015

Colombo Clerici: Sulle imposte immobiliari si scherza col fuoco

di Achille Colombo Clerici, presidente Assoedilizia

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Nonostante la gravità della situazione economica e la necessità degli operatori di avere certezze il più possibile durature nel tempo per poter dare risposte positive ai fini della crescita, in questa temperie caratterizzata dalla crisi, vi sono alcune forze politiche che continuano a sacrificare alla propria ragione politica ogni ragione e ogni interesse del Paese.

Creando ovviamente disorientamento, timori, e incertezza.

Non ci stanchiamo di ripetere, e i più ormai concordano su questi rilievi, che la ripresa passa attraverso non solo meccanismi tecnici, ma anche un potente fattore psicologico: quella fiducia dei risparmiatori italiani che è pesantemente condizionata dal permanere o meno di un quadro fiscale stabile, non mutevole in peggio cioè ad ogni piè sospinto.

L’ha sostenuto anche il Premier Matteo Renzi che, nel presentare l'esenzione Imu e Tasi per l'abitazione principale, ha parlato di misura psicologica volta a rigenerare la fiducia.

Solo con la ripresa della fiducia potranno riprendere le spese e gli investimenti da parte di milioni di famiglie italiane, il vero motore virtuoso della nostra economia.

Le notizie di stampa riferiscono di alcune proposte politiche di aumento delle imposte di successione attraverso un innalzamento delle aliquote e una riduzione della franchigia; aumento che finirebbe per toccare prevalentemente gli immobili. Come se già non bastasse il carico fiscale attualmente gravante su questi beni.

Per la verità, a latere si deve anche denunciare la grancassa fatta da moltissimi professionisti che si affannano, nell'intento di provocare incrementi nei volumi delle pratiche professionali, ad affermare che in Italia il passaggio successorio sia troppo leggero e vada dunque posta mano a un sostanzioso ritocco di tale imposta.

Come se fosse cosa da paradiso fiscale pagare, come avviene ora tra padri e figli, il 7,4 % per un'imposta una tantum secca, gravante non già sul reddito, ma su valori patrimoniali immobiliari che, con l'entrata in vigore della oggi appena sopita ma sempre in agguato revisione catastale, rischiano di triplicarsi rispetto agli attuali.

Se vogliamo che il Paese non esca più da quella crisi in cui, per la verità, siamo precipitati anche a seguito di una sottovalutazione degli effetti psicologici indotti da certi provvedimenti, continuiamo ad andare avanti così: il solo fatto che qualche parte politica pensi ancora di aumentare il carico fiscale sugli immobili vale a produrre effetti devastanti sulla fiducia dei risparmiatori.

Ma sia certo: da un Paese impoverito e impaurito caveremo sempre minor sangue. Come dalle rape.

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