Ultime notizie

8 Ottobre 2015

Chiudono 30 negozi al giorno, immobili commerciali rischiano desertificazione

di C.G.

Condividi:
Facebook
Linkedin
Twitter
Whatsapp
16x9
Angle Left
Angle Right
ADV 970x90

Per gli immobili retail è un vero flagello, sotto gli occhi di tutti: per rendersene conto basta guardarsi in giro per le strade tra i tanti cartelli Affittasi appesi sulle serrande di negozi scomparsi.


 

consumi delle famiglie italiane stanno ripartendo, è vero, ma è tutto da vedere se arriveranno a regime in tempo per arginare la chiusura di migliaia di attività sparse per la Penisola, che hanno retto alla crisi fino ad oggi, ma che ora sono alle corde.


 

Il problema lo solleva – e non è la prima volta - Confesercenti, che in una ricerca sul settore dice chiaro e tondo: la desertificazione di attività commerciali nei centri urbani continua ad avanzare.


 

In Italia ci sono ormai oltre 627mila locali commerciali sfitti per mancanza di un’impresa che vi operi all’interno, quasi il 25% del totale disponibile, con valori percentuali che in alcune periferie sfiorano il 40%.


 

Nei primi 8 mesi del 2015 sono sparite, tra negozi e pubblici esercizi, circa 30 imprese al giorno - si legge ancora nel dossier - .


 

Mentre dal 2012 ad oggi il conto sale a oltre 300mila negozi dissolti.


 

Questo si traduce in un enorme numero di unità immobiliari – con vario pregio per location, numero di vetrine, passaggio, metrature - che si sono liberate sul mercato in un periodo di tempo tutto sommato breve (a cui vanno aggiunti anche quel locali lasciati vuoti dalle imprese plurinegozio che, con la crisi, hanno dovut ridurre il numero di punti vendita).


Non in tutta Italia, per fortuna, la situazione è così drammatica.

La desertificazione colpisce il territorio con una diffusione “a macchia di leopardo” - hanno osservato dall'associazione degli esercenti - ma è generalmente più evidente nei piccoli centri e nelle zone periferiche delle grandi città, dove ormai si trovano serrande calate anche nei centri commerciali.

Il più alto numero di negozi sfitti è nelle Regioni a maggiore densità di locali ad uso commerciale: quindi nell'ordine Lombardia, (oltre 82mila), Campania (quasi 70mila) e Lazio (circa 62mila).

Come se ne esce? Due le leve che possono, secondo Confesercenti, migliorare il quadro da subito, già pensando alla legge di Stabilità da varare nelle prossime settimane: anzitutto introdurre gli affitti a canone concordato, accanto alla possibilità per i proprietari degli immobili di adottare dal punto di vista fiscale un sistma come la cedolare seccacome già sperimentato con un certo successo nell'immobiliare residenziale, fanno notare da Confedilizia.

Secondo le stime, con l’introduzione di un canone concordato e cedolare secca potrebbero rinascere, nell’arco di due anni, circa 190mila negozi.

Per il fisco (centrale e locale) – tra gettito Irpef, Tari e Irap pagate dalle imprese – sarebbe un introito aggiuntivo di 1,5 miliardi di euro.


 

SCARICA ALLEGATO

7x10

È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi