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11 Dicembre 2014

Bce alle banche italiane: basta soldi se non per l'economia reale (come i mutui)

di C.G.

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I soldi iniettati dalla Banca Centrale Europea nelle banche italiane sono finiti in grandissima parte in Btp. A riferirlo è una fonte ufficiale e autorevole come la Banca d'Italia, che segnala un consistente pacchetto di titoli di Stato in pancia ai nostri istituti di credito (a ottobre il valore di questi asset  ammontava a 414,3 mld di euro).

Un livello mai raggiunto prima in titoli di Stato che indica un fatto incontrovertibile: la liquidità arrivata in prestito dall'Unione europea non è stata utilizzata, se non in minima parte, per risollevare l'economia reale del Paese.

Facendo due conti, dei 26 miliardi di euro che le banche italiane hanno preso dalla Bce a settembre, due terzi sono stati spesi per l'acquisto dei famosi Buoni poliennali del Tesoro. A tutto il resto è andato solo 8 miliardi. Le risorse quindi ci sono, meglio ci sarebbero. Questioni però di priorità: non sono state infatti spese per finanziare le imprese o le famiglie (per l'acquisto della casa, ad esempio, ora che i tassi di interesse sono scesi a livelli così appetibili, così come sono scesi i prezzi delle abitazioni, ma le banche sui mutui nicchiano, come se non avessero liquidità da prestare a nessun livello di rischio). 

Nelle casse degli istituti di credito italiani la priorità sono invece i Btp che rappresentano il 10,8% del patrimonio complessivo: un dato davvero eccessivo, se lo si confronta con il 3,3% di Bund delle banche tedesche e con una media europea di titoli di Stato domestici in portafoglio che è del 4,5%. 

La questione però non è passata inosservata.

Il presidente della Bce, Mario Draghi, ha già annunciato provvedimenti: in occasione delle prossime aste, i prestiti erogati da Francoforte saranno vincolati a credito e investimenti nell'economia reale, altrimenti niente prestiti.

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